mercoledì 14 aprile 2010

LA CASTA VITA CRISTIANA -1 LETTERA AI CORINZI: 7,1-40

EBREI CON GESU'


La celebrazione delle nozze di S.Giuseppe e la S.V.Maria

LA CASTA VITA CRISTIANA
1 LETTERA AI CORINZI: 7,1-40


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Riflessione di Simone Oren, esperto nelle Sacre Scritture

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San Paolo in questo brano della sua prima lettera ai cristiani di Corinto,
risponde alla loro domanda riguardo le norme
cristiane sulla castità. Vediamo che San Paolo consiglia la castità,
restare celibi, rimanere vergini, come lui stesso è,
ma poi quando non si è idonei a tanta virtù,
San Paolo consiglia il matrimonio, anche ai vedovi,
ma categoricamente vieta il divorzio.
Parla anche dei matrimoni con non credenti, e come comportarsi.

In questo brano c'è un punto oscuro, che mette in imbarazzo; 7: 36-38

7-36-Se a causa della sua esuberanza un fidanzato si trova a disagio dinanzi alla fidanzata e pensa che dovrebbe sposarla,
ebbene la sposi! Non commette alcun peccato! 37Può darsi però che il giovane, senza subire alcuna costrizione,
mantenga fermamente la decisione di non sposarsi. In tal caso, se sa dominare la sua volontà e mantiene fermo
il proposito di non avere relazioni con la sua compagna, agisce rettamente se non la sposa.
38Così, chi si sposa fa bene ma chi non si sposa fa meglio.
(nota)
7,36-38- fidanzato: questa parola traduce un pronome del testo greco. Secondo alcuni indica il padre di una ragazza nubile,
secondo altri il fidanzato. Nel primo caso si ha quest'altra traduzione: Se un padre pensa di comportarsi in modo
sconveniente quando non dà in sposa sua figlia giunta all'età del matrimonio, non commette alcun peccato
se lascia che si sposi. Se però decide dentro di sé fermamente di non dare in matrimonio sua figlia e lo fa con tutta libertà,
non costretto da alcuna necessità, agisce rettamente. Insomma chi dà in matrimonio sua figlia fa bene, chi non la dà fa meglio.

Quind il padre o il fidanzato può decidere le sorti della fanciulla,
una cosa disumana, sicuramente è un errore di traduzione,
e non si tratta della vergine ma della verginità.
Ecco la versione cattolica 7:36-38
Se però qualcuno ritiene di non regolarsi convenientemente nei riguardi della sua vergine , qualora essa sia oltre il fiore dell'età,
e conviene che accada così, faccia ciò che vuole: non pecca. Si sposino pure!
Chi invece è fermamente deciso in cuor suo, non avendo nessuna necessità,
ma è arbitro della propria volontà, ed ha deliberato in cuor suo di conservare la sua vergine, fa bene.
In conclusione, colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la sposa fa meglio.

Se davvero si traduce così, è davvero ingiusto, nessun padre cristiano o fidanzato cristiano oggi si comporta così,
questo avveniva in passato, oggi le fanciulle cristiane sono libere di scegliere, se sposarsi o no, e sposano chi vogliono !

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1 LETTERA AI CORINZI: 7,1-40

Matrimonio e verginità


71Rispondendo alla domanda che mi avete posto nella vostra lettera, io vi dico: è meglio per l'uomo non sposarsi; 2tuttavia, per non rischiare di cadere nell'immoralità, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito.
3L'uomo sappia donarsi alla propria moglie, e così pure la moglie si doni al proprio marito. 4La moglie non deve considerarsi padrona di se stessa: lei è del marito. E neppure il marito deve considerarsi padrone di se stesso: egli è della moglie. 5Non rifiutatevi l'un l'altro, a meno che non vi siate messi d'accordo di agire così per un tempo limitato, per dedicarvi alla preghiera. Ritornate però subito dopo a stare insieme, per evitare che Satana vi tenti facendo leva sui vostri istinti. 6Quel che vi sto dicendo è solo un suggerimento, non è un ordine. 7Io vorrei che tutti fossero celibi, come me; ma Dio dà a ognuno un dono particolare: agli uni dà questo dono, ad altri uno diverso.
8Ai celibi e alle vedove dico che sarebbe bene per essi continuare a essere soli, come lo sono io. 9Se però non possono dominare i loro istinti, contraggano matrimonio. È meglio sposarsi che ardere di desiderio.

Divorzio e matrimoni misti
10Agli sposati do quest'ordine, che non viene da me ma dal Signore: la moglie non si separi dal marito. 11Se si è già separata dal marito, non si risposi. Cerchi piuttosto di riconciliarsi con lui. E, d'altra parte, il marito non mandi via la moglie.
12Agli altri do un consiglio, e questo è un parere mio, non un ordine del Signore: se un cristiano ha una moglie che non è credente, e questa desidera continuare a vivere con lui, non la mandi via. 13E così pure la moglie cristiana non mandi via il marito che non è credente, se egli vuoi restare con lei. 14Il marito non credente infatti appartiene già al Signore per la sua unione con la moglie credente; e viceversa, la moglie non credente appartiene già al Signore per la sua unione con il marito credente. In caso contrario, voi dovreste rinnegare anche i vostri figli, mentre invece essi appartengono al Signore.
15Ma se uno dei due non è credente e vuole separarsi, lo faccia pure. In tal caso il credente, sia esso marito o moglie, non è vincolato. Dio infatti vi ha chiamati a vivere in pace. 16Infatti, se tu sei una moglie credente, come puoi essere sicura di salvare tuo marito che non crede? E se tu sei un marito credente, come puoi essere sicuro di salvare tua moglie che non crede?

Non cercate inutili cambiamenti
17A eccezione di questo caso, la direttiva che do in ogni comunità è questa: ognuno continui a vivere nella condizione che il Signore gli ha dato e nella quale si trovava quando Dio lo ha chiamato alla fede. 18Chi era circonciso quando Dio lo ha chiamato, non cerchi di far sparire il segno della sua circoncisione. Chi invece non era circonciso quando Dio lo ha chiamato, non si faccia circoncidere. 19Essere circoncisi o non esserlo, non conta nulla. Conta solo l'ubbidienza ai comandamenti di Dio. 20Ognuno rimanga nella condizione in cui si trovava quando Dio lo ha chiamato alla fede. 21Dio ti ha chiamato quando eri uno schiavo? Non fartene un problema. Ma se si presenta l'occasione di diventare libero, non rifiutarla. 22Infatti chi era schiavo quando il Signore lo ha chiamato alla fede, è già diventato un uomo libero al servizio del Signore. E viceversa, chi era un uomo libero quando il Signore lo ha chiamato alla fede, è diventato ora uno schiavo di Cristo. 23Siete stati riscattati a caro prezzo. Non ritornate a essere schiavi degli uomini. 24Fratelli, ciascuno rimanga dinanzi a Dio nella condizione in cui si trovava quando fu chiamato alla fede.

Le persone non sposate e le vedove
25Parliamo ora delle persone non sposate: non ho nessun comandamento del Signore per loro, ma vi do il mio parere: il parere di uno degno di fiducia, perché Dio ha avuto misericordia di me. 26Stiamo andando incontro a una difficile situazione. Per questo io ritengo opportuno che l'uomo rimanga nella condizione in cui si trova. 27Sei sposato? Non ti separare dalla moglie. Ancora non sei sposato? Non cercare moglie. 28Se però ti sposi non fai nulla di male. E se una ragazza si sposa non fa nulla di male. Certo quelli che si sposano avranno difficoltà a causa della famiglia, e io vorrei risparmiarvele.
29Fratelli, io vi dico questo: è poco il tempo che ci rimane. Perciò, da ora in poi, quelli che sono sposati vivano come se non lo fossero, 30quelli che piangono come se non fossero tristi, quelli che sono allegri come se non fossero nella gioia, quelli che comprano come se non possedessero nulla, 31e quelli che usano i beni di questo mondo come se non se ne servissero. Perché questo mondo, così com'è, non durerà più a lungo.
32Vorrei sapervi liberi da preoccupazioni. Infatti l'uomo non sposato si preoccupa di quel che riguarda il Signore e cerca di piacergli. 33Invece l'uomo sposato si preoccupa di quel che riguarda il mondo e cerca di piacere alla moglie. 34E così finisce con l'essere diviso nel suo modo di pensare e di agire. Allo stesso modo, una donna non sposata, sia essa adulta o ragazza, si preoccupa di quel che riguarda il Signore, perché desidera vivere interamente per lui. Invece la donna sposata si preoccupa di quel che riguarda questo mondo e di piacere al marito.
35Dico questo per il vostro bene: non per costringervi. Io desidero soltanto che voi viviate in modo conveniente completamente al servizio del Signore.
36Se a causa della sua esuberanza un fidanzato si trova a disagio dinanzi alla fidanzata e pensa che dovrebbe sposarla, ebbene la sposi! Non commette alcun peccato! 37Può darsi però che il giovane, senza subire alcuna costrizione, mantenga fermamente la decisione di non sposarsi. In tal caso, se sa dominare la sua volontà e mantiene fermo il proposito di non avere relazioni con la sua compagna, agisce rettamente se non la sposa. 38Così, chi si sposa fa bene ma chi non si sposa fa meglio.
39La moglie è legata al marito per tutto il tempo che egli vive. Se però egli muore, la moglie può passare a seconde nozze con chi vuole, purché sia un credente. 40Sarà però più felice se rimane così com'è.
Questo è il mio parere, e penso di avere anch'io lo Spirito di Dio.



http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=1Corinzi&Capitolo=7

http://groups.google.com/group/ebreicongesu?hl=it



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Appendice

Purché sia nel Signore
Commento riguardo 1 Corinzi 7: 36-40

A cura di Paolo Castellina Riformista

7: 36 “Ma se uno crede far cosa indecorosa verso la propria figliola nubile se ella passi il fior dell'età, e se così bisogna fare, faccia quello che vuole; egli non pecca; la dia a marito. 37 Ma chi sta fermo in cuor suo, e non è obbligato da necessità ma è padrone della sua volontà e ha determinato in cuor suo di serbare vergine la sua figliola, fa bene. 38 Perciò, chi dà la sua figliola a marito fa bene, e chi non la dà a marito fa meglio. 39 La moglie è vincolata per tutto il tempo che vive suo marito; ma, se il marito muore, ella è libera di sposarsi con chi vuole, purché lo faccia nel Signore. 40 Tuttavia ella è più felice, a parer mio, se rimane com'è; e credo di avere anch'io lo Spirito di Dio” (1 Corinzi 7:36-40).


L'Apostolo termina questo lungo capitolo su matrimonio, celibato e ora vedovanza, con considerazioni e consigli indubbiamente legati agli usi, costumi e situazione del tempo. Per le figlie il tempo del matrimonio era fra i 12 ed i 20 anni (la vita media delle persone era molto più breve di ora) ed era normalmente responsabilità dei genitori disporre in questo senso per le figlie. Il matrimonio a seguito di innamoramento e come decisione dei diretti interessati è un approccio moderno alla questione. Normativo per noi, in questi testi (che espressamente comprendono, da parte dell'Apostolo, consigli e non comandamenti) è il procedimento secondo il quale il cristiano giunge a decisioni al riguardo della propria vita e quella dei propri cari (e del quale abbiamo già parlato in queste riflessioni). Ogni decisione non deve essere avventata, ma deve risultare da un'attenta riflessione che tenga conto delle indicazioni della Parola di Dio, della situazione e circostanze in cui ci si trova e delle persone coinvolte. Il cristiano saggiamente esamina, soppesa, valuta, riflette, tiene conto di ciò che, nella decisione, meglio dà gloria a Dio ed esprime fedeltà al Signore, secondo amore e giustizia, in una parola, ancora, con senso di responsabilità e facendosi carico dei rischi. Nel discorso che fa qui l'Apostolo è da sottolineare la serietà e permanenza dell'istituzione divina del matrimonio e della famiglia (questione di “vocazione” personale) come anche la dignità della scelta o contingenza del celibato/nubilato (che presuppone l'astensione o libertà dalla sessualità). Inoltre, indubbiamente normativo per un cristiano il fatto che il matrimonio debba essere sempre “nel Signore”, cioè fra un uomo ed una donna che condividono la fede nel Signore Gesù Cristo. Nel matrimonio un uomo ed una donna devono diventare “uno” in tutti i sensi, anche in quello spirituale. La comunione spirituale fra un uomo ed una donna non è accessoria (come se la fede fosse solo una “questione privata dell'individuo”) ma fondante, determinante. Il Signore Gesù è e deve essere il Signore di ogni aspetto della vita, di tutta la vita. La coppia cristiana prega insieme, medita e decide insieme sulla base della Parola del Signore, partecipa insieme alle attività della comunità cristiana. Una coppia che non condivida e pratichi la fede cristiana porta in sé stessa problemi e contraddizioni che prima o poi esploderanno; essa si trova in una “situazione pericolosa”. In una coppia “mista” c'è implicitamente “qualcosa che non va” e la questione “va risolta” il più presto possibile. Non che un matrimonio “nel Signore” sia sempre idilliaco, ma condivide i parametri normativi sulla base dei quali ogni situazione può e deve essere affrontata.

http://paolocastellina.pbworks.com/Purch%C3%A9-sia-nel-Signore

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