martedì 9 dicembre 2008

Spot religioso antigay censurato

4/12/2008

Spot religioso antigay censurato

Marco Tosatti




Polemica a Belfast contro una chiesa presbiteriana che ha definito "abominio" l'omosessualità. L'Authority per la pubblicità ha vietato la pubblicazione della pagina a pagamento.


Una campagna di stampa con il titolo: “La parola di Dio contro la Sodomia” condotta da una chiesa, e organizzata per protestare contro il Gay Pride di Belfast è stata proibita perché offensiva. La pubblicità su una pagina intera, che è apparsa nella “Belfast Newsletter” è stata pagata dalla Chiesa Libera Presbiteriana di Sandown e affermava che nella parata dell’anno precedente del Gay Pride sventolavano bandiere in cui si si diceva: “Gesù è gay”, e che la Chiesa era “obbligata da Dio a sfidare pubblicamente I vizi di questa generazione”. L’omosessualità viene definita “abominio” nella pagina pubblicitaria, “Il giudizio di Dio su un peccato” ; e si esprimeva “una causa di rincrescimento il fatto che una parte della comunità desideri essere conosciuta per una forma di sessualità pervertita”. L’Authority per gli Standard Pubblicitari ha ricevuto sette lamentele. Quattro sostenevano che la pubblicità era omofobica e quindi offensiva; e sei che avrebbe provocato odio e violenza contro i gay, le lesbiche, i bisessuali e i transgender La “Belfast Newsletter” ha detto di aver ricevuto qualche lamentela, ma che non sembrava che ci fosse stata una sensibilizzazione di ampie dimensioni. La pubblicità è stata messa in pagina per “richiamare l’attenzione”, dice il giornale, sul Gay Pride, “nel contesto del dibattito pubblico ampio che questo tema ha provocato”, e che sarebbe stata una “violazione della libertà di espressione in una materia di interesse pubblico” se si fosse rifiutato di pubblicarla. La chiesa ha detto all’Authority che le citazioni nella pubblicità erano bibliche, parte delle sue convinzioni religiose, e che non poteva essere “responsabile se i lettori erano offesi dal messaggio della Bibbia”. L’Authority ha riconosciuto che il testo della pubblicità era “rappresentativo delle convinzioni di un gruppo specifico e indicativo solo delle loro opinioni”. Però pur dichiarando che aveva provocato “seria offesa a qualche lettore” e non doveva essere ripubblicato nella stessa forma, ha respinto l’accusa secondo cui avrebbe incitato alla violenza e sparso odio contro la comunità omosessuale e i suoi sostenitori. E che l’invito a un raduno all’aperto per predicare un “vangelo di testimonianza contro gli atti di sodomia” nel giorno in cui si sarebbe svolta la Gay Parade non era un incitamento alla violenza e all’odio.


http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=202&ID_sezione=396&sezione=

lunedì 1 dicembre 2008

VATICANO: NO A PROPOSTA UE PER DEPENALIZZARE OMOSESSUALITA'

» 2008-12-01 18:57
VATICANO: NO A PROPOSTA UE PER DEPENALIZZARE OMOSESSUALITA'
CITTA' DEL VATICANO - Il Vaticano è contrario alla proposta che la Francia, a nome dei 25 paesi della Ue, si appresta a fare all'Onu per la depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo. Lo ha affermato, in una intervista all'agenzia francofona I.Media, mons. Celestino Migliore, rappresentante della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York.

"Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spiritualé, ha precisato mons. Migliore. "Il Catechismo della Chiesa cattolica - ha ricordato - dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione".

"Ma qui - ha avvertito - la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni".

"Per esempio - ha osservato mons. Migliore - gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come 'matrimonio' verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni".

Nei mesi scorsi, in quanto presidente di turno della Ue, la Francia aveva annunciato di voler presentare alle Nazioni Unite un'iniziativa per la "depenalizzazione universale dell'omosessualità". Ciò dovrebbe avvenire, secondo quanto anticipato dal segretario di Stato francese ai diritti umani, Rama Yade, il prossimo 10 dicembre, in occasione del 60/esimo anniversario della dichiarazione dei diritti umani.

ARCIGAY, VATICANO VUOLE PENA MORTE PER OMOSESSUALI
"Il Vaticano ha davvero superato il segno!": così Arcigay commenta la notizia che la Santa Sede si é espressa contro la proposta del governo francese di depenalizzare l'omosessualità nel mondo. "Grazie allo status particolare di cui gode il medioevale stato Vaticano presso le Nazioni Unite - afferma il presidente nazionale, Aurelio Mancuso - la lobby clericale preme su tutti gli stati affinché non siano di volta in volta riconosciuti diritti civili e di libertà, alleandosi con i regimi dittatoriali, di ogni colore, compresi quelli islamici. La richiesta di depenalizzazione, che è stata sottoscritta anche dal nostro governo, vuole cancellare la vergogna per cui in ben 91 paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l'esecuzione capitale (10 paesi islamici) contro le persone omosessuali". Secondo Mancuso "é di una gravità inaudita che il Vaticano, e quindi la chiesa cattolica tutta, si adoperi affinché questa richiesta non passi, e si prefigura come un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari". Quello che il Vaticano vuole, conclude, è "mantenere la pena di morte e il carcere per le persone omosessuali" e perciò Arcigay, insieme alle altre associazioni lgbt italiane, valuterà nelle prossime ore "come reagire a questo inaudito attacco della gerarchia reazionaria cattolica".

http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_821564758.html

mercoledì 27 agosto 2008

ARRIVA IL TANGA-JEANS: LE DONNE ORMAI VANNO IN GIRO IN MUTANDE

l'azienda li distribuisce online al prezzo di circa 56 euro, il giappone il mercato principale
Ecco il tanga-jeans, è a vita ultrabassa










http://i167.photobucket.com/albums/u129/axiertxo/braga-tanga.jpg
Creato da una ditta brasiliana un pantalone che sta su grazie a una sorta di perizoma


LONDRA - Si chiama tanga-jeans ed è la sexy creazione di una ditta di jeans brasiliana. Anche se a riportare la notizia è la stampa britannica. Trattasi di un pantalone a vita ultrabassa che per stare su è tenuto da una sorta di perizoma che dalla cinta dei jeans sale fino a legarsi intorno alla vita, come si trattasse di un costumino da bagno (piuttosto audace, c'è da dire). La ditta brasiliana ha voluto così accontentare le sue clienti che richiedevano modelli con la vita sempre più bassa.

CI VUOLE UN FISICO BESTIALE - «Era molto difficile accontentarle senza che i pantaloni cadessero. Allora mi è venuta l'idea di usare le stringhe da bikini per fare in modo che i jeans stessero bassi senza cadere», ha detto la stilista Sandra Tanimura. Sanna, l'azienda brasiliana che li produce, li distribuisce online al prezzo di circa 56 euro e il suo mercato principale è il Giappone. Resta da capire se il tanga-jeans, adatto a colpi scolpiti e ben abbronzati di Copacabana, starà bene (se lo domanda il Daily Telegraph) starà bene anche addosso alle inglesi, più floride e lattee.

http://www.corriere.it/cronache/08_aprile_24/tanga_jeans_8514ed06-1218-11dd-8094-00144f02aabc_print.html

RAGAZZE IN JEANS A VITA BASSA PER MOSTRARE IL SEDERE CON IL TANGA !

LE RAGAZZE MODERNE NON HANNO NESSUN SENSO DEL PUDORE TANTO CHE MOSTRANO SERENAMENTE
LE PARTE DEL CORPO PI' INTIME E IMPUDICHE !

http://notizie.tiscali.it/media/foto/notizie/06/06/08/tanga.jpg

LA DONNA AL MARE-STORIA DEL COSTUME DA BAGNO

LA DONNA AL MARE-STORIA DEL COSTUME DA BAGNO
1825Maria Carolina di Berry, moglie di Carlo Ferdinando di Borbone è considerata la prima bagnante della storia : suscita scalpore andando in mare con un abito di lana pesante, calze e scarpe di vernice. Scandaloso perché le dame dell'epoca si fanno solo lambire dall'acqua e si fanno accompagnare in carrozza fino sul bagnasciuga.

Fino al 1870
Le bagnanti raccolgono i capelli in una cuffia "rinascimentale" : il costume da bagno è un abito a gonne sovrapposte: si va in acqua completamente vestite

Fine '800
L'abito da bagno non arriva fino a terra e per le gambe si creano speciali calze e scarpe con la suola in cuoio forato

Primi '900
I costumi da bagno sono estremamente casti ma addirittura audaci se paragonati a quelli del decennio precedente

1910
I costumi sono estremamente curati ma esposti agli sguardi di pochi: dalla cabina al mare si indossa infatti un lungo accappatoio

1915
I costumi disegnati da Erté si ispirano a quelli teatrali

anni '20
Poiret trasforma definitivamente i costumi da bagno che diventano tuniche in maglia (e non più in tessuti pesanti) da indossare su pantaloni attillati fino alla coscia.

1925
La donna "garçonne" va al mare con la culotte più corta e denudando la schiena che può quindi abbronzarsi.
In Italia la politica arriva anche sulle spiagge e le bagnanti spesso portano sul seno un grande ritratto di Mussolini.

1929
Uno fra i progenitori del bikini può essere considerato il costume da bagno ideato da un'eccentrica inglese. Lady Mendl, ospite assidua del Lido di Venezia indossava una mutandina nera e sopra a questa, sul petto e sui fianchi, annodava due fazzoletti.

Anni '30
- Introduzione del primo tessuto elasticizzato con filo di lattice di gomma.
- I produttori leader americani sono: Jantzen (marchio fondato nel 1910), Catalina (azienda famosa per la biancheria intima) e Cole. "Testimonial "più importante della Cole è Esther Williams, mentre quello della Jantzen è Marilyn Monroe. Per la Catalina posano invece Bette Davis, Olivia de Havilland e Rita Hayworth.
- Catalina inserisce il lastex al posto del jersey.
- Arriva anche in Italia - dagli USA - il costume intero scollato che lascia nude gambe e braccia: è la nuova divisa della "sirenetta".

1932
Compaiono gli antesignani del bikini: ancora molto casti hanno i pantaloncini staccati dal pezzo di sopra cui restano attaccati da un semplice triangolo di tessuto.
Gran parte dei costumi da bagno sono realizzati in lana, a ferri.
In Italia Marta Abba fa scandalo a Castiglioncello indossando un due pezzi.

1933
René Grau disegna dei due pezzi in maglia di lana Dazza in cui il sopra è elegantemente unito al sotto da tagli ad arco.

1934
Sulla copertina di Vogue appare un precursore del topless (illustrazione di Lepape - modello di Paul Poiret)

1939
Fra i costumi Jantzen - i più noti all'epoca - compare un castigatissimo due pezzi che copre l'ombelico

Anni '40
L'abbronzatura diventa status symbol e il costume da bagno-moda è quello stile Hollywood.

1941
Greta Garbo in "La donna dai due volti" sfoggia un due pezzi di maglia nera: mutandina alta e reggiseno simile a quello intimo. Sempre molto castigato, ma considerato audace.

30 giugno 1946
Esperimento nucleare americano nell'atollo Bikini.

3 luglio 1946
Louis Réard (stilista francese nato a Lille nel 1896) presenta nella sua collezione da bagno, alla piscina Molitor di Parigi, un due pezzi audace battezzato "Bikini". Sceglie questo nome perché ritiene il capo "esplosivo" come la bomba atomica sperimentata quattro giorni prima sull'atollo omonimo. È considerato audace non tanto perché è un due pezzi, ma perché scopre l'ombelico considerato fino ad allora il confine del comune senso del pudore. Una curiosità: Réard non permise mai alla moglie Marcelle di indossare il bikini
10 luglio 1946
Réard deposita il marchio di un modello due pezzi.

1946
Un costume da bagno uguale al bikini - battezzato "Atome" viene creato da Jacques Heim - che diventerà il sarto di M.me De Gaulle: in precedenza aveva lanciato il pareo ed il cotone per i costumi da bagno
Sempre nel corso del 1946 Silvana Pampanini - allora ventunenne in vacanza a Parigi - va a trovare Réard. A lui mostra il suo stupendo corpo che "merita " un bikini. La Pampanini vuole indossarlo al concorso di Miss Italia ma le viene sconsigliato è davvero troppo audace. Evita quindi di sfoggiarlo per le sfilate ufficiali, ma lo indossa in piscina. Al Concorso vince ex equo con Rossana Martini.
I bikini dell'epoca sono caratterizzati da decorazioni applicate (spesso fiori) oppure sono realizzati all'uncinetto. Popolari le decorazioni con gli animali.
Esther Williams dichiara che non lo indosserà mai perché - dice - "È da vecchi maiali guardoni".
Il catalogo americano "Sears & Roebuck" accetta di mettere in vendita il due pezzi a condizione che l'ombelico delle modelle sia ritoccato dai fotografi.
L'offerta di tessuti per costumi da bagno comprende rayon e crêpe.
1947
Indossano il bikini la ballerina francese Micheline Bernardin (che - dicono le cronache - colleziona cinquantamila proposte di matrimonio) e l'attrice italiana Adriana Benetti (specializzata in ruoli da ingenua) che, fotografata da "Tempo Illustrato", suscita scandalo.
Concorso Miss Italia: le ragazze indossano dei due pezzi talmente casti da divenire antiestetici: la mutandina somiglia ad uno short piuttosto che a uno slip. Sophia Loren, però, tre anni dopo, con uno di questi costumi fa ugualmente parlare di sè.

1934
Elle pubblica tre modelli molto audaci e soprattutto molto sgambati.
Il due pezzi è ormai prodotto dalle case specializzate in costumi da bagno

Anni '50
Italia: il ministro degli interni Scelba manda i poliziotti sulle spiagge per controllare - metro alla mano - che l'altezza del bikini sia "regolamentare".
La principessa Margaret suscita scalpore, fotografata in due pezzi mentre scende dallo yatch di un magnate dell'epoca sulla Costa Smeralda.
Si comincia ad usare il nylon per i costumi da bagno.
Si chiama "Helance" la nuova fibra in nylon testurizzato: è più leggera e si asciuga prima.
Sono gli anni delle maggiorate: il costume è uno strumento per modellare ed evidenziare le "parti migliori".

1950
Fath usa il jersey di cotone: il suo bikini a righe ha tre stringhe sui fianchi.
Gina Lollobrigida "fa il gran passo" e mostra l'ombelico grazie ad un bikini a pois con il quale si fa fotografare in una piscina romana: nonostante il reggiseno sia più che coprente e lo slip sia un mini-pareo il bikini ha ancora il fascino del proibito. Si dice che proprio grazie a questa foto la Lollo venga chiamata in America dal produttore Hughes. Firma un contratto e gira il film "Trapezio".
A Capri furoreggiano gli short. Le signore vanno in spiaggia con costumi interi drappeggiati e grandi cappelli di paglia.

1952
Si creano costumi in tessuti arricciati da elastici.
La Cole of California lancia il lastex stampato con molte varianti.
I costumi sono fascianti e hanno delle stecche inserite nel tessuto per evidenziare la silhouette.

1953
Marilyn Monroe indossa un castigato bikini e si fa fotografare sulla spiaggia di Malibu. L'attrice però non scopre l'ombelico. Non lo scoprirà neppure nelle celebri fotografie del '55 in cui indossa un due pezzi a pois con tanto di microgonnellina con le ruches.
Molto più sfrontata Brigitte Bardot che indossa un minimo bikini quando il 12 maggio nella baia di Cannes visita - su invito del comandante - la portaerei Enterprise: è accompagnata dal marito Roger Vadim che (raccontano dell'episodio nel suo libro "Bardot, Deneuve, Fonda") definisce il costume "Un'ombra piuttosto che indumento" e conclude "Quando lasciò la nave Brigitte si era fatta duemila amici".
I tessuti più usati per il costume da bagno intero sono la maglia elasticizzata e setificata, il lastex, il cotone ondulato e il lastex ad effetto increspato.
Louis Réard lancia il reggiseno Disco Volante che si regge senza bretelle e, con quarant'anni di anticipo rispetto al successo internazionale, lancia la guaina Sexyform che sostiene le natiche.
1954
Rudi Gernreich - stilista austriaco che vive in America - lancia un costume di maglia senza la coppa al reggiseno. Gernreich sarà sempre molto attento a creare capi che lascino liberi i movimenti e non costringano il corpo.

1955
Diana Dors si fa fotografare a Venezia in bilico su una gondola. Indossa un bikini in visone con le bretelle ed i laccetti in strass (portato con zoccoli di legno dai tacchi altissimi).
1956
Il più "osé" dei bikini italiani è quello di Marisa Allasio in "Poveri ma belli". È già da un pezzo, però, che le nordiche sfoggiano bikini sulle spiagge del Bel Paese.
Anita Ekberg sfoggia ad Ostia un tanga ed un ridotto bikini: finisce in caserma tra i fischi delle signore sulla spiaggia.

1958
La Du Pont - gruppo industriale chimico americano - introduce la fibra artificiale Lycra.

Anni '60
Il bikini è finalmente accettato nelle spiagge e nelle piscine pubbliche americane.
Il due pezzi è arricchito da frange e da volant.
Le Sorelle Fontana lanciano il costume "cabina". Ha un grande cappuccio che arriva alla coscia.
Il bikini comincia ad avere una sua moda stagionale. Molto "trendy" le coppette imbottite e le mutandine a triangolo, i decori in metallo e in plastica, i ricami in perline e i trafori all'uncinetto. Status symbol marinari i bikini in jersey di seta stampata di Emilio Pucci e quelli di Ken Scott a fiori.
Mila Schön lancia il "costume da bagno da sera". È in tulle bianco ricamato con strass e paillettes e ha le mutandine e un top asimmetrico.
Nasce il Lycra più nylon.

1961
Diventa popolare (e simbolico) il bikini di Stefania Sandrelli nel film "Divorzio all'italiana".

metà anni '60
Il reggiseno del bikini diventa un corpino dallo scollo tondo: prende il nome di Saint Tropez dal posto dove nasce.

20 giugno 1964
Nasce il topless. La modella americana, Tony Lee Shelley sulle rive del lago Michigan si presenta con dei pantaloncini corti, alti in vita e sostenuti da due bretelline incrociate sul seno nudo.

1964
Rudi Gernreich lancia il monokini e fa scandalo. L'evento, a suo giudizio, preclude l'avvento del nudismo che avverrà entro i successivi cinque anni.Altre fonti sostengono che l'ideatore del monokini sia stato sempre Réard.

1965
Marie Claire realizza foto di bikini "en plein air" alle Bahamas-Martinica.

1967
Sono le attrici a fornire un "aperitivo" di monokini. Laura Antonelli si fa fotografare in mini slip (con catena) e sostituisce il reggiseno con una esile collana floreale posta in modo da coprire i capezzoli. Ursula Andress si fa invece immortalare in mare (onde alla coscia) con il seno nudo. È l'esaltazione delle femminilità.

1968
In Francia già si parla di "très bikini", ovvero il bikini ridotto al minimo, ma intanto sulla spiaggia di Saint Tropez si passa direttamente al monokini.
La Parah lancia una linea di costumi da bagno in filanca.

1968
Sergio Soldano - estroso pellicciaio - presenta il bikini in zebra africana con riporto in pelle verde ai bordi e il due pezzi con gonnellini in visone palomino canadese.
Per gli amanti delle escursioni subacquee c'è invece la muta in lontra d'Alaska.
Si torna a proporre il costume intero in versioni olimpioniche.

Anni '70
Fiorucci lancia il bikini di carta che - pare - lascia passare i raggi del sole.
Rudi Geinreich inventa il "thong" (letteralmente: cinghia) ovvero una versione del tanga più sofisticato e costituito da bretelline.
Il topless cessa di suscitare clamore, soprattutto sulle spiagge francesi. Sul fronte delle proposte-moda la corsa è verso gli estremi: nudismo o costumi interi, elaborati e coprenti.

1970
B.B. sulla spiaggia. In una pausa di "Le Novizie" si fa fotografare con un bikini di rete ed un abito religioso gettato a terra. Nella sequenza fotografica si vede la Bardot che conserva solo il copricapo da suora e, voltatasi di schiena, si fa immortalare mentre leva anche l'ultimo indumento: lo slip.

1972
Olimpiadi a Monaco. Il costume da bagno in jersey quasi trasparente ispira la nuova moda di capi da mare aderentissimi realizzati in finissimo tricot di nylon e Lycra.

Giugno 1972
Una ragazza carioca inventa il tanga stracciando il suo costume per fare colpo ad un ballo in maschera sulla spiaggia di Ipanema. Un mese dopo il boom: tutte lo indossano come costume da bagno.
Ma è davvero sconosciuta la "maternità" del tanga? Secondo alcune fonti il più ridotto fra i costumi da bagno venne invece lanciato dallo stilista italiano Carlo Ficcardi o dal brasiliano Ricardo Amato.
Numerose le etimologie di Tanga. Eccone alcune:
- nome derivato dall'omonima città e porto della Tanzania.
- voce tupi, adottata dal portoghese, usata dai Tapuya, tribù indigena del Brasile, per indicare il minuscolo coprisesso femminile di alcune terracotte antiche.
- di origine africana la parola deriverebbe dal dialetto Kimbundo dell'Africa Occidentale. Il significato? "Pannolino". Sarebbero stati gli schiavi neri sbracati sulle coste brasiliane ad importarne l'uso femminile e la parola.

1973
In Italia partono le prime denunce per topless. Solo quattro anni dopo due ragazze, sorprese in monokini sulla spiaggia di Voltri, verranno assolte.

Maggio 1977
Su Vogue viene pubblicata la foto di una ragazza in tanga che ha dimenticato anche il reggiseno.

1979
La Parah lancia una campagna pubblicitaria che punta sul monokini.

Anni '80
Il costume da bagno è più che mai moda. I modelli sono sempre più sgambati e i tessuti più usati sono tricot di nylon e Lycra.
Forte la reazione al nudismo: tornano in auge il costume intero ed i due pezzi castigati.

1983
Cessano in Italia le condanne per le ragazze che sfoggiano il topless.

1985
Per il bikini non è più questione di centimetri: vanno di moda quelli - ridottissimi quasi primitivi talvolta realizzati in pelle e con decorazioni tribali. Molto usata la spugna ma anche l'alcantara.

1987
Saint Laurent lancia il bikini da sera in lamé e velluto.

1988
Quando ormai lo scandalo suscitato dal bikini è solo un pallido ricordo, fallisce la Ditta Réard; lo stilista però è gia scomparso il 16 Settembre di quattro anni prima.

Anni '90
Mentre la moda rilancia l'intero, il bikini resta il costume da bagno più venduto.
Il costume intero torna prepotentemente alla ribalta. Si trasforma e diventa body da spiaggia ma anche corpino per l'abito per sera. Molto spesso è decorato e impreziosito da ricami.

1991
Hermès ripropone il corpetto Saint Tropez.

1992
La Cole lancia le coppe del bikini provviste di una camera d'aria rivestita plastica gonfiabile grazie ad una pompetta posta al centro del reggiseno.

1994
Naf Naf lancia costume in poliestere e Lycra che - si dice - lascia passare i raggi UVA.

1995
Torna di moda il costume intero anni '40 con il busto scolpito e i drappeggi fascianti.
I reggiseni push up, dopo aver spopolato nella biancheria intima invadono anche il campo dei bikini.
E per nascondere i difetti ecco il reggiseno con imbottitura anatomica che non trattiene l'acqua e lo slip che trattiene la pancia.
La Parah lancia il bikini in vero pitone idrorepellente con gocce di PVC - effetto cascata d'acqua - sulla Lycra.
Torna in auge il bikini anni '50, ma le signore continuano a preferire per la spiaggia i due pezzi molto ridotti mentre il costume intero è sempre più coprente.

1996
Il bikini ridottissimo perde quota: nel generale revival di moda lo slip può cedere il passo a mutandine che arrivano a coprire l'ombelico (come quelle del dopoguerra)o che sono comunque coprenti come quelle di Positano anni '60; tornano in auge i quadrettati Vichy.

--<fonte modaonline>--

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Proseguendo poi con una storia dagli esordi ad oggi, dal primo bagno all'era del tanga

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Estate 1812: Dieppe, in Normandia. Sulla spiaggia che si apre sul Mare del Nord, una comitiva si avvicina alla battigia. Siamo ad agosto, una giornata insolitamente afosa per questi luoghi. Ma la gran signora attorno alla quale si danno da fare paggi e dame di corte è vestita da capo a piedi. Letteralmente: completo di lana color cioccolato, con tunica e pantaloni fino ai piedi, non sia mai che si possano intravedere le forme del corpo. Così agghindata, la regina d'Olanda Ortensia di Beauharnais sfida le onde, e si immerge, seguita dal codazzo di servitori, tra i quali spicca il medico personale. E', il suo, il primo bagno di mare, praticato con l'intento di giovarsi dei «benefici della talassoterapia» della storia. Un privilegio riservato a nobili e altoborghesi, ovviamente. Ma non ancora il bagno di mare «in costume», ovvero con un abito apposito che darà il via all'era delle vacanze sulla spiaggia che perdura ancora oggi.

NUOVA MODA - La nuova «moda» è inaugurata qualche anno dopo, nel 1824, da un'altra nobile, Carolina di Berry, figlia di Francesco I, moglie di Carlo Ferdinando di Borbone. E' lei la prima donna a indossare un vestito «studiato» apposta per entrare in acqua. Questo: cappello, ombrello, guanti, abito di panno pesante, calze di lana e scarpe di vernice. Il perché non è difficile da intuire: per nessuna ragione al mondo occhi terzi, in spiaggia, o magari da bordo di una barca di pescatori, avrebbero dovuto sbirciare centimetri di pelle - bianchissima - della regal dama. Tanto meno indovinare le forme da vestiti bagnati troppo leggeri che avrebbero certamente aderito al corpo, diventando (addirittura!) trasparenti. In più, occorreva, al tempo, ripararsi in tutti i modi possibili dal sole: la pelle abbronzata, era l'idea dell'epoca, si addice solo agli umili: pescatori o contadini, costretti a lavorare con le mani.

STABILIMENTI - Da allora, non senza scandalo e accesi dibattiti sui giornali, le vacanze estive al mare diventarono un'abitudine per sempre più persone (di un certo censo, ovviamente) che potevano contare su stabilimenti, rifugi, ristoranti, che andavano moltiplicandosi nella località marine ritenute più salubri. Attorno al 1860, ebbe inizio, a imitazione di quanto avveniva più a Nord in Europa, anche la colonizzazione dei litorali italiani, fino ad allora «ignorati» da una popolazione piuttosto diffidente nei confronti del mare. In acqua, comunque, si entrava vestiti da capo a piedi. Il sole era un «fastidio» dal quale proteggersi. Bisognerà attendere l'ultimo decennio del secolo per cominciare a vedere qualche cambiamento.

COSTUMI INTERI - La necessità di muoversi tra sabbia e mare, tuttavia, spinse le donne più «ardite» ad accorciare o togliere sottovesti e corsetti di troppo (cosa che influenzerà anche la moda da città). Dal 1890, i vestiti da bagno «arretrano». Gonne e pantaloni si ritirano fino al ginocchio. Quasi d'obbligo sfoggiare - è unisex - il colletto alla marinara. Ma gli uomini sono in vantaggio: a loro è possibile indossare un vero e proprio costume intero con manica e pantaloni a tre quarti, in tinta unita o a riche trasversali. Il dado è tratto. Si tratta solo di attendere ancora qualche anno. Nel 1904, arriva la «révolution Poiret»: il celebre sarto parigino decreta la fine di busti e corsetti. Nulla doveva essere frapposto tra la maglia e la pelle. Dove provare simili, immorali capi d'abbigliamento se non in spiaggia, il luogo della «trasgressione autorizzata»?

SECONDA RIVOLUZIONE - Certo, la strada è ormai segnata. Le tappe, chiare: accorciare, dimuinuire, scoprire. Ma la storia del costume (da bagno) non è lineare. Un passo avanti, due indietro. Nel 1906, la nuotatrice australiana Annette Kellerman durante una esibizione negli Stati Uniti si presenta con un costume intero, semplice e funzionale, che lasciava scoperte le cosce. Fu subito arrestata, multata e rimpatriata. Nel 1920 Coco Chanel si fa portabandiera di un cambiamento radicale. Fece scoprire a tutti, che uomini e donne erano più belli con la pelle abbronzata. La sua donna, in particolare, veste pantaloncini corti, ha le braccia nude, la scollatura decisa. Su una rivista qualcuno lancia l'allarme: «I costumi da bagno tendono a zero. Trionfo della nudità. Cosa sarà nel 1933?». In realtà, per la successiva rivoluzione si dovrà attendere la fine della Seconda guerra mondiale e la nascita del divismo. Il due pezzi è in arrivo.

All'inizio fu una bomba. Anzi, due bombe: quelle all'idrogeno sganciate nel luglio del 1946 dagli americani su un atollo della Micronesia. Bikini, per l'appunto. Pochi giorni dopo, un geniale quanto sconosciuto sarto francese, Louis Réard, sgancia dai bordi della piscina Molitor di Parigi una nuova moda per l'estate: invece del costume intero, faticosa conquista di decenni di «lotte femminili», un due pezzi destinato ad avere l'effetto di una bomba sulle usanze dell'epoca. E che dunque decise di chiamare «bikini».

DUE PEZZI - La storia del due pezzi comincia nel Dopoguerra. Ed è indissolubilmente legata ad alcuni dei nomi più seduttivi della storia italiana e internazionale: le dive del cinema. Fu Lucia Bosè (foto sotto a sinistra), nel 1947, a far conoscere agli italiani il brivido da bikini, dalla passerella di Miss Italia che la premiò con il titolo. Ma si trattava di un costume che oggi (certo non allora!) potremmo definire «da educanda»: lo slip, per esempio, copriva con attenzione l'ombelico. Mai tabù sono fatti per essere sfidati. Era stata «La scandalosa Gilda», ovvero Rita Hayworth, l'anno precedente, a far cadere per prima il tabù ombelicale.

USANZA - Una nuova usanza che ben si sarebbe sposata con il nascente due pezzi. E forse non è un caso che su una delle bombe sganciate sull'atollo, qualche soldato sedotto da Rita Hayworth attaccò proprio una foto di Gilda danzante. Scoppiò così la moda del bikini tra le donne dello spettacolo, «perfido» strumento di seduzione che però stentava a decollare tra le donne «normali»: tramontata l'epoca delle monarchie, la spiaggia era ormai un luogo aperto a tutti. Ma l'atteggiamento verso la nudità, cioè il comune senso del pudore, per quanto in evoluzione, viveva continui arretramenti. Presi di petto, è il caso di dirlo, dalle ragazze più libere che non temevano la riprovazione popolare (o delle autorità) indossando il bikini. Ma non tutte erano così.

CONTRATTO - Anche qualche diva stentava a osare. Come l'ex campionessa di nuoto Esther Williams che, negli anni '50, si rifiutava di indossarlo nei suoi film. Almeno, fin quando non furono i produttori hollywoodiani a imporglielo per contratto. In Italia, il seducente costume fu sdoganato da Sofia Loren , che con un due pezzi di raso sbaragliò la concorrenza vincendo il titolo di Miss Eleganza nel 1950.

FASCINO - Furono quindi altre due vere bombe di fascino a portare il bikini in giro per il mondo: Brigitte Bardot (foto a destra), a metà degli anni Cinquanta, dalle spiagge mai così calde di Saint-Tropez, e Marilyn Monroe, che nel film «Niagara» (1953) riuscì nell'ardua impresa di togliere il fiato al mondo. Ma ci volle un tocco «regale», ancora una volta, alla fine del decennio, per convincere tutti che il bikini poteva rientrare a buon titolo nei costumi occidentali: Margaret d'Inghilterra, figlia della regina Elisabetta, non si fece alcun scrupolo a farsi immortalare in due pezzi mentre sbarcava dallo yacht dell'Aga Khan a Porto Cervo. E se poteva permetterselo una nobile.

MERAVIGLIE - Da allora nessuna donna italiana se la sentì di rinunciare a questo costume delle meraviglie. Che ha conosciuto diverse evoluzioni in stile e forme e ha «resistito» all'assalto del topless, mera variazione sul tema: è un bikini senza parte superiore, ovvero un monokini. n sostanza, tutatvia, il bikini è rimasto sostanzialmente invariato fino agli anni '70 del secolo scorso, quando il percorso della sua evoluzione ha conosciuto l'ultima variazione possibile (nudità integrale a parte): il tanga.

C'è da chiedersi che cosa avrebbe pensato Ortensia di Beauharnais, regina d'Olanda se, in vita sua, avesse mai potuto incrociare lo sguardo, lei vestita da capo a piedi nella sua improbabile tenuta da spiaggia, con una bagnante di oggi, coperta (si fa per dire) di un tanga con microreggiseno. La domanda, paradossale quando si vuole, è utile tuttavia per comprendere quali tabù e pudori culturali siano stati abbattuti o superati negli ultimi due secoli di storia. Dai tempi in cui si mostrava, e nemmeno sempre, solo il volto, a quelli in cui quasi tutto è visibile (l'intuito è lasciato per altre cose).

LEGGENDA - Può sembrare una curiosità. Ma anche il tanga ha la sua storia. La leggenda vuole che il primo costume di questo tipo sia nato a Ipanema, la spiaggia di Rio de Janeiro, nel 1972. La prima a ideare e indossare questo ridotto costume da bagno sembra sia stata la signora Rose di Primo, una brasiliana, italiana di origine, che avrebbe fatto da sola delle modifiche al suo costume per farsi notare in una festa in spiaggia. La leggenda dice anche che Rose, sconvolta dallo scandalo da lei stessa creato, si sia successivamente chiusa in convento. In ogni caso, da quel momento, le giovani (e meno giovani) brasiliane facero a gara nell'indossare il «filo interdental», sinonimo senza bisogno di traduzione, più colorato e succinto si potesse trovare in vendita.

MIGRAZIONI - Inutile dire che, almeno all'inizio, sull'onda di reportage e documentari che, con la scusa del fenomeno di costume (appunto), mostravano decine di ragazze in tanga sulle spiagge assolate di Rio e del resto del Brasile, si produsse un movimento, quasi una migrazione, di giovani occidentali verso il Paese sudamericano. Mentre il costume in questione stentò, forse per la sua natura intrinsecamente provocatoria, a ritagliarsi una fetta di mercato in Europa. Nei primi anni: oggi da Rimini e Cefalù, non mancano gli esempi di tanga indossati dalle bellezze nostrane. Anche se la maggior parte (vedi sondaggio) delle ragazze italiane sembra ancora preferire il più tradizionale bikini.

INTIMO - Ma la storia del tanga, e questo è l'aspetto più curioso (dal punto di vista del costume, inteso come fenomeno sociale), non si è fermata sulla battigia. Il costume (il capo d'abbigliamento) ha infatti lasciato le spiagge per trasformarsi in uno degli oggetti di intimo più venduti nel mondo. Con un giro d'affari di svariati miliardi di dollari. Già, perché l'estate, almeno in Europa, è breve. Le vacanze ancor di più. Mentre il successo riscosso dall'invenzione della signora Rose è stato tanto travolgente da superare i limiti imposti dalla bella stagione. Responsabile della «conversione» è questa volta uno stilista americano, Frederick Mellinger, che, sotto il marchio californiano Frederick's of Hollywood, lo lanciò nell'agosto 1981 ispirandosi all'omonimo e trasgressivo costume da bagno popolare sulle spiagge brasiliane. Ecco dunque che come capo intimo, come microslip, insomma, può ora essere indossato in qualunque momento dell'anno sotto gonne o pantaloni attillati. Il gio

co della seduzione non vuole limiti.
http://www.hwupgrade.it/forum/archive/index.php/t-497356.html

I BIKINI PORNO-WICKEDWEASEL

WICKEDWEASEL
SONO BIKINI MICROSCOPICI E TRASPARENTI CHE CON TRIANGOLINI COPRONO I CAPEZZOLI
E IL PUBE, VERAMENTE EVIDENZIANO IL BUPE CHE DEVE ESSERE PRIMA RASATO PER INDOSSARE
UNA STRISCIOLINA DI STOFFA TRASPARENTE CON LA QUALE SEMBRA ANCORA PIU' NUDO DEL NUDO.
SICCOME IL WICKEDWEASEL EVIDENZIA LA NUDITA' IMPUDICA E' PIU' CASTO ANDARE NUDI AL NATURALE.



http://www.surftribe.it/img_appoggio/20050621_Weasel1.jpg








ste belle donnine americane comprano dei bikini indecenti (nulla hanno da invidiare a dei fili interdentali, pure trasparenti) e poi si divertono a pubblicare le proprie foto, tipo queste:



http://www.welovemercuri.com/2008/02/wicked_weasel_che_bel_sito_1.html

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COMMENTI

Avete un costume wicked weasel? che modello è?
per le ragazze lo mettereste a mare?
non usate il perizoma?
avete il perizoma di un' altro modello?

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R. ho cercato su google e ho visto di cosa si tratta. ma siamo sicuri che siano legali in italia? non ti arrestano epr offesa al pubblico pudore?

R. no non lo metterei mai! o metto il costume oppure decido di andare in una spiaggia naturista piuttosto di mettermi sto cosetto trasparente!
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080630012402AAJEQCC

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FORUM
Quest'anno tantissimi perizoma in spiaggia, sembra che alcune mode si stiano evolvendo in maniera esponenziale. Colmar, Calzedonia... poi ti giri in rete e trovi il sito della Wicked Weasel ( www.wickedweasel.com ) che produce bikini con perizomi ridottissimi.
VOI CHE NE DITE? E' CATTIVO GUSTO OPPURE NO?

http://forum.alfemminile.com/forum/beaute2/__f12032_beaute2-Perizoma-in-spiaggia-che-ne-pensate.html

LA GENTE E' SEMPRE PIU' NUDISTA-SONO ARRIVATI I NUOVI COSTUMI SCANDALOSI-QUADRANGA-C STRING

lunedì 11 febbraio 2008
Ecco il quadranga


Decisamente stiamo perdendo dei colpi. Non c’eravamo ancora abituati al “Trichini”, dopo aver sofferto per avere lasciato perdere il “C-string” che gli spagnoli ci spiazzano di nuovo.

Infatti per questa estate 2008 è in arrivo il nuovo Quadranga.

In Spagna ha già fatto colpo con un boom di richieste. Tutte le spagnole lo vogliono, il Quadranga si presenta come la naturale evoluzione del tanga. La moda estiva del prossimo anno ha dunque già trovato il suo nuovo "tormentone". GPS
http://ilseniomormora.blogspot.com/2008/02/ecco-il-quadranga.html




Arriva il Quadranga!!!
[Quadranga, Spagna, costume, rombo, simmetria, C-String]

Arriva dalla Spagna una ventata di novità che rivoluzionerà le nostre spiagge. Si chiama Quadranga ed è un costume assurdo, un rombo senza simmetria che rovina l'abbronzatura. Bocciato. Preferisco il C-String. Del quadranga esiste anche una versione maschile. Tremenda. Miralo el quadranga, me gusta mucho...





Il tanga va in soffitta, arriva il "C-string"


C’era una volta il tanga, un minuscolo fazzoletto di stoffa nato per coprire il sedere femminile ma presto diventato la gioia degli occhi maschili, visto il poco che riusciva a celare e le molte fantasie che riusciva a scatenare. E nel corso degli anni, le case di lingerie ne hanno sfornati di ogni modello, tessuto e colore, facendoli poi anche sbarcare sulle spiagge di mezzo mondo come pezzo inferiore di bikini sempre più succinti.
Ora c’è il “C-string”, che non è un errore di battitura, bensì un nuovo strumento di seduzione femminile fatto perizoma. Certo, non un perizoma qualunque. Oltre ad aver cambiato la consonante, infatti, il “C-string” ha perso anche i due laccetti laterali, tanto odiosi sotto i vestiti attillati perché impossibili da nascondere. Quello che è rimasto è un minuscolo pezzo di stoffa che ricorda la lettera “C” (da cui il nome), più largo davanti e solito filo interdentale dietro, da piazzare strategicamente. Sperando che un improvviso movimento posteriore non lo faccia uscire dal suo solco.(da corriere.it)

Si tratta di farci l'occhio, ma non mi sembra male. GPS

http://ilseniomormora.blogspot.com/2007/06/il-tanga-va-in-soffitta-arriva-il-c.html

A CHE SRVE IL TANGA AL MARE ?

A che serve il tanga al mare?
Inviato Mer, 16/07/2008 - 13:49 da Veru
Da brava ignorante, ho sempre pensato che l'abbronzatura servisse per far risaltare certe nostre componenti, per far risaltare lineamente e per sembrare più in salute.

Da brava ignorante ho sempre pensato che è bello essere abbronzate ma è bello anche il contrasto con il bianco che ci appartiene.

E quindi non mi spiego che senso possa avere andare al mare e mettersi in tanga a prendere il sole: serve per abbronzarsi lì in vista dell'adozione, il prossimo inverno, della minigonna o dei pantaloni con il buco dietro?

A che altro serve? A farsi apprezzare per le proprie doti non più nascoste?

A che serve? Perchè il topless, in fondo in fondo, un sua utilità ce l'ha pure: evitare i segni del costume che si vedono quando si porta la magliettina più scollata.

Ma perchè il tanga al mare, a che serve? Qualcuno mi sveli l'arcano, vi prego...



http://www.citofonareveru.com/che-serve-il-tanga-al-mare

TANGA IN SPIAGGIA E' IL NUOVO MUST

Tanga in spiaggia
è il nuovo must



(PubliWeb) Questa estate in spiaggia c'è il trionfo del tanga e dell'ombelico. Mai come ora, infatti, si diffondono nuove ed audaci mode, che impongono di mostrare parti sensuali e solitamente nascoste del corpo. Nonostante ciò, la moda consiglia di essere semivestita, magari utilizzando morbidi parei o foulard, l'importante è che qualcosa sia visibile, in modo da rendere al meglio l'effetto vedo-non vedo.
In ogni caso, anche il tanga da spiaggia sta riscuotendo, specialmente tra le giovani generazioni, un notevole successo, anche se, come previsto, sono già esplose le polemiche da parte di chi ritiene l'ostentazione sulle spiagge italiane di alcune parti del corpo, oltraggiosa e di cattivo gusto.
Alla fine dell'estate potremo dire chi aveva ragione.
http://www.publiweb.com/service/tanga.html

PERCHE' LE DONNE AL MARE MOSTRANO IL SEDERE SENZA PUDORE E VERGOGNA ?

CENTRO ANTI-BLASFEMIA
PERCHE' LE DONNE AL MARE MOSTRANO IL SEDERE SENZA PUDORE E VERGOGNA ?
Quest'anno sulle spiagge italiane, molte donne giovani e meno giovani passeggiavano con il
sedere tutto scoperto, senza usare un pareo o una gonnellina.
La principale scusa sarebbe l'abbronzatura, ma vediamo che questo non è affatto vero,
infatti queste signore con il sedere di fuori avevano costumi da bagno che mentre lasciavano
tutto il sedere di fuori, coprivano le parti che si possono tenere scoperte come i fianchi e l'addome,
quindi non è per lo scopo di abbronzarsi che le donne usano questi costumi sballati,
ma usano questi costumi per provocare, provocare uomini sposati, uomini anziani, uomini malati,
giovanotti in calore e ragazzini ingenui.
Ma al limite queste signore provocanti potrebbero stare sotto il loro ombrellone, e quando passeggiano
potrebbero usare uno di quei parei colorati di velo con perline luccicanti.
Anche se una donna è bellissima, il sedere è una parte del corpo troppo volgare ed impudica da mettere in mostra.
Quindi se non c'è più religione e rispetto, almeno si pensi alla bellezza ed eleganza.
In questi ultimi tempi sono aumentati gli stupri, e ultimamente gli stupratori usano anche la pistola,
gli uomini hanno perso il rispetto per le donne, questo è colpa anche delle donne che non hanno rispetto
per gli uomini ed hanno scambiato la spiaggia per un night-club dove fare lo strip-tease.
Donne se volete essere rispettate, dovete comportarvi da donne serie e non provocatrici e seduttrici !

http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

ESIBIZIONISMO-MOSTRARE LE PROPRIA NUDITA'

ESIBIZIONISMO-MOSTRARE LE PROPRIA NUDITA'

L'esibizionismo in termini sessuali è una forma di parafilia caratterizzata dall'eccitamento provocato dal mostrare i propri genitali, i propri seni o qualsiasi parte del corpo in pubblico.

Esibizionismo è anche voler mostrare a tutti i costi le proprie capacità, il proprio aspetto, o qualsiasi cosa possa risultare utile allo scopo di essere stimato od osannato.

La pratica dell'esibizionismo sessuale ha conosciuto una notevole diffusione in seguito allo sviluppo delle videocamere ad uso amatoriale e della fotografia digitale. A questi supporti è stata poi combinata, in particolare dagli anni '90 in avanti, la distribuzione telematica delle immagini e dei filmati mediante la rete internet, con l'effetto di consentire a un gran numero di persone di esibire i propri corpi e i propri atti intimi di fronte a una platea virtualmente mondiale, rendendo però irriconoscibile la propria identità.

Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Esibizionismo"


Parafilia (dal greco para παρά = "presso", "accanto", "oltre" e filia φιλία = "amore", "affinità"), in psicologia e sessuologia è un termine che indica un insieme di manifestazioni della sessualità umana, caratterizzate dall'eccitazione sessuale provocata da oggetti, comportamenti o situazioni riconosciute genericamente come devianti o in ogni caso non direttamente connesse alle finalità riproduttive tipiche del sesso tradizionale.

Clinicamente sono riconosciute otto maggiori forme di parafilia.[1] Secondo l'ultima edizione del DSM-IV, per essere considerata effettivamente come patologia, tale condizione deve ricorrere per almeno sei mesi e devono manifestarsi come la forma di sessualità esclusiva o prevalente del soggetto, interferendo in modo rilevante con la sua normale vita di relazione e causandone un disagio clinicamente significativo.

Esibizionismo (o Scoptofilia): il bisogno o il comportamento che porta all'esposizione del proprio apparato sessuale ad una persona ignara.
Feticismo: l'uso di oggetti a scopo non sessuale o di parti del corpo di una persona per aumentare l'eccitamento sessuale;
Frotteurismo: il bisogno o il comportamento che porta a toccare o strofinarsi contro una persona non consenziente;
Pedofilia: l'attrazione sessuale a ragazzi in età prepuberale o bambini prossimi a questa età;
Masochismo: il bisogno o il comportamento che porta il voler essere umiliati, morsi, legati o a soffrire in altri modi;
Sadismo: il bisogno o il comportamento che porta atti di panico e umiliazione della vittima ad essere sessualmente eccitanti;
Feticismo di travestimento: eccitazione e/o piacere sessuale indossando abiti del sesso opposto;[2]
Voyeurismo: il bisogno o il comportamento che porta allo spiare persone ignare mentre sono nude, in intimo, o avendo rapporti sessuali;
Altre forme meno comuni sono raggruppate sotto Disordini Sessuali, come la zoofilia (animali), coprofilia (feci), necrofilia (cadaveri), urofilia (urina) e apotemnofilia.
L'omosessualità era precedentemente elencata come parafilia nel DSM-I e DSM-II. Con il consenso degli psichiatri è stata tolta nelle edizioni successive (in ogni caso il DSM è tuttora sottoposto a numerose critiche per alcune categorizzazioni, quali quella di parafilia, ritenute non sufficientemente comprovate e circoscritte come forme di disturbo mentale). Un disordine clinico dell'ansia causata dalla repressione dell'omosessualità fa ancora parte del manuale.



http://it.wikipedia.org/wiki/Parafilia

NATURISMO E NUDISMO

Naturismo e nudismo
Naturismo e nudismo sono due termini talvolta usati scambievolmente. In realtà, il concetto di naturismo e di nudismo coprono due ambiti diversi.

Il nudista è la persona a cui piace star nuda, da sola o in ambiti sociali: fine della storia. Generalmente il nudista non è un esibizionista! L'esibizionista è una persona a cui piace mostrare il proprio corpo anche a persone che la pensano diversamente da lui, imponendolo anche in luoghi dove non è generalmente ben accetto. Il nudista, invece, è una persona che ama stare nuda perché si trova a proprio agio senza abiti, e lo fa ove ciò non disturba e non procura imbarazzi alle altre persone.

Il naturista, poi, considerà la nudità come uno degli aspetti dello stare in armonia con la natura, in cui rientrano però anche altri aspetti quali un'alimentazione ed uno stile di vita naturali.

Il nudismo nacque in Germania verso il termine del diciannovesimo secolo e si espanse in buona parte dell'Europa nel periodo compreso tra le due guerre mondiali; in particolare in Francia, Danimarca, Svezia, Croazia, ma anche in Nord America ed in Australia. L'Italia, invece, fu molto reticente ad accettare ed accogliere i nudisti, che iniziarono a fare la loro comparsa solo sul finire degli anni sessanta; ancora oggi, in Italia, esistono solo due spiagge in cui il nudismo è ufficialmente consentito (Capocotta, sul litorale romano, e Lido di Ravenna), accanto a diverse altre in cui è solamente tollerato.

Il più grande villaggio nudista d'Europa è probabilmente quello Francese di Cape d'Agde - dove vi sono alberghi, supermarket e discoteche in cui uomini, donne, anziani e bambini stanno nudi.



http://www.naturismo-nudismo.com/

LEGGE IN MATERIA DI NUDISMO - NATURALISMO

LEGGE IN MATERIA DI NUDISMO - NATURALISMO

In Italia ad oggi non esiste una legge per definire la pratica del naturismo, da tre legislazioni esiste una proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati dall' On. Turroni Sauro

Qui informazioni legate ad alcuni articoli che si sono occupati di materie legali inerenti il nudismo sulle spiagge, tra l’altro un articolo sulla sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce che se l’esibizione del nudo sulla spiaggia e' assolutamente composta non e' reato.

Qui il vademecum in caso di denuncia.

Questi sono gli articoli del codice penale che possono essere contenstati ai nudisti:

1. L’art.527 c.p. (Atti osceni) punisce con la reclusione da 3 mesi a 3 anni "chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni"; l’art. 110 disciplina il concorso di persone nel reato.

2. L’art.726 c.p. disciplina il reato contravvenzionale di atti contrari alla pubblica decenza, punendo con l’arresto fino ad un mese o con l’ammenda da lire 20.000 a lire 400.000 "chiunque, in un luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza".

3. L’art.529 c.p. dispone che, agli effetti della legge penale, si considerano "osceni" gli atti e gli oggetti che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore.



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http://it.dada.net/freeweb/nudismo/legge/legge.htm

TOPLESS : DOVE E' PERMESSO E DOVE NO

TOPLESS : DOVE E' PERMESSO E DOVE NO

Negli anni '70 la Legge cercava di contenere il diffondersi del topless
sulle spiagge italiane. Le prime denunce sono del 1973, mentre le prime
assoluzioni, per due ragazze di Voltri, arrivano intorno al 1977. La
polemica, anche legale, sul monokini infuria negli anni successivi e ci si
mettono pure le ordinanze dei sindaci: qualcuno ricorderà nel 1982 il caso
di Tropea e di Pantelleria dove il topless sarà ammesso solo per donne con
un "bel seno".
Solo di recente arriva la legalizzazione del topless dalla Corte di
Cassazione. Nel corso di un dibattimento sul il caso di un cittadino tedesco
che si era denudato, ed era stato denunciato e successivamente assolto, la
Sezione Terza Penale opera un distinguo tra il nudo integrale e il seno
scoperto. La sentenza della Terza Sezione Penale n. 3557/2000 è depositata
il 20 marzo 2000. Il topless ha vinto la sua guerra giudiziaria in Italia,
ma in molti paesi il topless non è assolutamente tollerato. Vi diamo alcune
dritte che vi permetteranno di fare brutte figuracce o di mettervi nei guai!

Negli U.S.A il topless è bandito dalle spiagge, anche se esistono parecchie
aree destinate al naturismo, spesso sotto assedio delle forze dell'ordine.
Le sanzioni per chi infrange le regole sono pesanti. Key West, in Florida, è
segnalata come una zona di permissivismo, dove il topless, altrove illegale,
è tollerato.

Alle Seichelles il topless è tollerato, il nudismo no.

Antigua: Non è ben accetto girare per l'isola in costume da bagno. In alcune
spiagge è vietato il topless ed esiste una spiaggia per nudisti nella zona
di Hawksbill.

Maldive: divieto assoluto per il nudismo, in zone ristrette ci può essere
tolleranza per il topless.

Egitto: come in tutti i paesi musulmani è vietato l'uso del topless.

India: generalmente sconsigliato.

Kenia: topless e nudismo vietati.

Isole Fiji: il nudo od il topless sono considerati offensivi. Il topless è
tollerato sulle spiagge dei resort.

Brasile: sulle spiagge di Ipanema e Copacabana via libera al topless, nel
resto del paese è drasticamente vietato.
Caraibi, Anguilla: il topless è illegale.

Polinesia, Isole Cook: E' considerata una vera offesa al pudore girare per
l'isola poco vestiti o con abiti molto succinti, in canottiera, a torso
nudo, in costume da bagno. Il topless è malamente tollerato solo sulle
spiagge degli alberghi internazionali, sconsigliabile.

Messico: In spiaggia è tollerato il topless, ma è considerato immorale;
vietato invece il nudismo, che le forze dell'ordine non perseguono solo in
spiagge particolarmente isolate.

Bali: in genere sconsigliati gli abiti succinti fuori dalle zone turistiche,
vietato topless e nudismo in spiaggia.

In realtà vera patria del topless rimangono i paesi europei del
Mediterraneo, Francia, Spagna, Italia e Grecia. Ma anche in questi paesi ci
sono zone franche, e spiagge dove è meglio evitare il seno nudo. Qualche
meta free topless: Riccione e Rimini, Capalbio, Isola del Giglio in Italia,
Ibiza e Formentera in Spagna, Ios, Rodi, Santorini in Grecia e in generale
la Costa Azzurra in Francia.


http://www.foonews.net/it-hobby-viaggi/4237552-sharm-topless-3.html

IL NUDISMO NON ASSICURA IGIENE E PREVENZIONE

CENTRO ANTI-BLASFEMIA

IL NUDISMO NON ASSICURA IGIENE E PREVENZIONE


Spesso sentiamo parlare di spiagge sporche , sia l'acqua del mare che la sabbia.
Siamo difronte all'inquinamento, all'abusivismo che usa il mare come discarica e fognatura.
Sono migliaia i virus, i batteri, i funghi che vivono nell'ambiente inquinato delle spiagge.
Le spiagge sono sporche anche per altri motivi, vedi delle persone che sputano sulla sabbia
o dentro al mare, anche malati, qualcuno fa i suoi bisogni corporali in acqua !
Spesso si vedono anche cagnolini che fanno i loro bisogni sulla sabbia !
Molti bagnanti lasciano sulla spiaggia rifiuti come carte, bottiglie e resti di cibo.
Non tutti i bagnanti sono sani, molti hanno delle infezioni.
Quindi senza precauzioni tutti possiamo prendere infezioni, quindi praticare il nudismo
o il naturismo facilità infettarsi e procurarsi una malattia.
Il nudista o naturista infetto può infettare gli altri.
Le precauzioni quindi sono principalmente queste, indossare il costume, che protegga bene
le parti intime e delicate, mettersi in un posto più pulito, e usare un tovaglia da spiaggia,
o delle sedie per sedersi, evitando il contatto con la sabbia, in acqua tenersi lontani da
animali che fanno il bagno, cani ed altro, e tenersi lontano da persone sporche ed infette.
Importante è farsi subito il bagno una doccia che tolga la sporcizia e la sabbia.
Le parti intime e delicate non sono abituate al sole e quindi si scottano facilmente,
con dolorose scottature, quindi le parti intime come genitali, parte anale e seni femminili,
vanno riparati da infezioni e troppo sole, quindi il nudismo e naturismo non giova alla salute.
Chi ci tiene alla salute del proprio corpo indossa il costume da bagno e non pratica
il bestiale e primitivo e anti-igienico nudismo e naturismo !
Nota; nei siti dei nudisti e naturisti troverete notizie false come che per prevenire le
infezioni è meglio stare nudi, e che il sole fa bene anche alle parti delicate !
http://groups.google.com:80/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

PRESTO IL NUDISMO SARA' PRATICATO IN TUTTE LE SPIAGGE

CENTRO ANTI-BLSFEMIA
PRESTO IL NUDISMO SARA' PRATICATO IN TUTTE LE SPIAGGIA

Ormai la gente diventa sempre più nudista, i giovani hanno perso il senso del pudore.
Sulle spiagge le signore, ormai dagli anni ottanta da quando è stato legalizzato,
si esibiscono in topless, non tutte però, per la crescente paura che il sole provoca
tumori al seno. In questi ultimi anni vediamo sempre più spesso signore che non
solo fanno il topless ma anche mostrano il loro sedere con il tanga o il perizoma.
Quindi rimane il pube, ma presto le signore trovernno il coraggio di mostrare anche quello.
Intanto gli uomini che negli anni passati indossavano il normale costume da bagno,
in questi ultimi anni sfoggiano colorati, goffi e ridicoli bermuda, chi li costringe a tanta modestia ?
Ma ecco che in Spagna gli uomini stanno passando dal bermuda al quadranga,
presto questa specie di tanga avrà successo anche in Italia.
Una volta che le signore saranno completamente nude sulla spiaggia, veranno imitate dai signori,
e tutti saranno nudi, a questo punto non sarà più necessario il campo e la spiaggia per
nudisti e naturisti !

http://groups.google.com:80/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

IL NUDISMO E' SOLO UNA SCUSA PER FARE SESSO LIBERO

Da anni era frequentata da nudisti: quest'anno ci sono anche gli scambisti
Il parroco: "Tenete i vostri figli alla larga da quell'inferno"
La rivolta di Eraclea: via i peccatori
dalla spiaggia del libero amore
dal nostro inviato ROBERTO BIANCHIN



Nudisti ad Eraclea

ERACLEA - Lei si stende sul bagnasciuga, si gira e si rigira con mosse da sirena. Lui, piedi nell'acqua, la fotografa in tutte le pose. Lei è bruna, statuaria, avrà una trentina d'anni. Lui anche. Pochi metri più in là, all'inizio della diga, una mezza dozzina di giovanotti sta seduta sugli scogli, a guardare. L'ultimo della fila, discretamente, senza farsi notare, si accarezza. Lei sorride. La coppia non sembra infastidita. Il fotografo, anche lui senza il costume, come tutti su questa spiaggia, cambia macchine e obiettivi, filtri e rullini, e scatta. Picchia un sole africano alle tre del pomeriggio. Non parla nessuno. Si sentono solo gli ordini secchi del fotografo alla ragazza. Quando ha finito, e mette via le macchine nella borsa, dice, sudato e sorridente, che non c'è niente di male. Che a lei piace farsi guardare. Sono due fidanzati, vengono da Ferrara.

Sono un migliaio, tutti nudi, e arrivano da ogni parte dell'Italia del nord, sulla spiaggia più "calda" dell'estate. La spiaggia dell'amore libero, l'hanno battezzata. A luci rosse, anzi, rossissime. Dove nulla è vietato e tutto è permesso. Paradiso dei nudisti, degli scambisti, dei gay, dei guardoni, degli esibizionisti. Ciascuno con un territorio ben definito. Dove nessuno infastidisce l'altro. Ma dove ciascuno sa bene cosa è venuto a cercare. Era una spiaggia nudista, questa, da sempre, anche se clandestina. Ma da quest'anno qualcosa è cambiato. E' diventata la spiaggia del sesso. Sull'arenile è spuntato un piccolo "villaggio" con una cinquantina di capanni, anche questi abusivi, fatti di tende e pezzi di legno portati a riva dal mare, alcuni perfettamente attrezzati con tavoli, brandine e frigoriferi da campeggio, che garantiscono, a chi vuole, un po' di intimità.

Basta seguire, come nei club privè, i segnali in codice. Se sul ramo d'albero che fa da pennone in cima al capanno sventola un perizoma rosso, significa che la coppia che lo abita non vuole intrusi. Se invece il perizoma è verde, vuol dire che sono gradite nuove conoscenze. Ma la "novità", che per ora fa felice solo il gestore del parcheggio di Via dei Pioppi, che nei fine settimana trabocca, non sembra gradita ai governanti e agli operatori turistici. Neanche al parroco, Don Luigi, che ha avvisato le famiglie di tenere i figli alla larga da quell'"inferno", e a un gruppetto di cittadini "difensori della morale" che stanno meditando iniziative di protesta per "cacciare i peccatori". Di parere contrario l'Arcigay, che invece chiede, per bocca del suo portavoce, Oriano De Palma, la regolarizzazione dell'area come spiaggia naturista.


Il posto, del resto, una lingua di spiaggia lunga sette chilometri, con dune e pinete alle spalle, è ideale. Nascosto, invisibile, quasi inaccessibile. Arrivarci è un'impresa. O si attraversa a nuoto un braccio di mare, da dove finisce la spiaggia di Eraclea, o si deve scarpinare a piedi per quattro chilometri lungo un piccolo sentiero di terra e di sabbia nascosto tra la boscaglia. Si chiama "Laguna del Mort", perché un'antica leggenda racconta fosse abitata dal cadavere galleggiante di un affogato che ogni tanto riemergeva a spaventare i bagnanti. È un'area naturalistica, a est della foce del Piave, protetta dalla Comunità Europea. Non ci sono cartelli, tranne questo. Niente che indichi che è una spiaggia nudista o altro. E neanche una struttura. Né uno stabilimento, né un chiosco di bibite, né docce né toilette. Niente di niente. Solo sabbia, scogliere, dune. E i capanni del sesso.

Pur senza cartelli, la spiaggia è rigorosamente divisa per zone. Basta camminare per accorgersene. Il primo tratto è quello tradizionalmente naturista. Il più tranquillo. Coppie di ogni età e famiglie con bambini che fanno i castelli di sabbia e sguazzano allegramente nudi. Il secondo tratto, quello dei gay, dove cominciano a sorgere i primi capanni, è il più frequentato. La maggior parte sono di mezza età. Alcuni si mettono in mostra, spavaldi, davanti a chi passa. Altri si appartano fra le dune e fra le onde, qualcuno non ha imbarazzi a scambiarsi effusioni sotto al sole. L'ultimo tratto è quello degli scambisti. Coppie eterosessuali. Marta e Oleg, due tedeschi cinquantenni dall'aria hippie, piuttosto corpulenti, che girano l'Europa in moto, hanno una radiolina che gracchia e sorridono a tutti quelli che passano, hanno preparato addirittura una tavola imbandita con birre e salsicce per attirare gli "ospiti". Si è fermato qualcuno? "Nein - ridono - non ancora".

(18 luglio 2008)
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/spiaggia-eraclea/spiaggia-eraclea/spiaggia-eraclea.html

POLACCHI CATTOLICI CONTRO TEDESCHI NUDISTI

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.Al confine tra i due Paesi la spiaggia più amata dai naturisti tedeschi
Ma quest'anno, con l'apertura delle frontiere, ci sono anche i cattolicissimi vicini
Germania: "Polacchi guardoni"
E' guerra sull'isola dei nudisti



Nudisti in spiaggia

BERLINO - E' guerra del nudo nell'isola baltica di Usedom, divisa tra Germania e Polonia. Divisa non solo in senso geografico ma anche sul fronte dello stile di vita. Da una parte, gli amanti del naturismo che aspettano la stagione calda per liberarsi dell'impaccio degli abiti e godersi le spiagge come mamma li ha fatti, dall'altra chi indossa ancora il costume da bagno e vorrebbe trascorrere una giornata all'aperto senza dover assistere per forza allo spettacolo delle altrui nudità. Ma veniamo ai fatti. Sulla spiaggia di Ahlbeck, in territorio tedesco, i nudisti teutonici si danno appuntamento fin dai tempi della Ddr per la loro tintarella integrale. Da questa estate però, a pochi passi da loro, ci sono anche i cattolicissimi polacchi. L'ingresso di Varsavia nella zona Schengen, infatti, rende Ahlbeck agevolmente raggiungibile dalla vicina spiaggia di Swienoujscie, dalla parte polacca del confine. E questo complica un po' le cose.

La guerra del corpo libero. Da quando i tedeschi nudi e i casti polacchi si trovano faccia a faccia lungo il confine che dal 1945 separa i due paesi, la situazione si è fatta incandescente. Secondo quanto riferisce la Bild, infatti, molti polacchi arrivano davanti alla Ahlbeck solo per insultare i nudisti, mentre altri approfittano dell'opportunità per spiare le donne in costume adamitico con il cannocchiale.

Una questione di educazione. Secondo il quotidiano tedesco, si sta combattendo una vera e propria guerra del corpo libero. "Da una parte - scrive la Bild - i sederi nudi ad arrostirsi al sole, dall'altra bagnanti conservatori in costume che arricciano il naso". Indignato, il deputato polacco di Swienoujscie, Edwar Zajac, ha definito la spiaggia dei nudisti " una vergogna e un'offesa al cattolicesimo del suo Paese". Ma a lamentarsi sono anche i nudisti tedeschi, indispettiti dai tanti polacchi che arrivano in costume a fare i guardoni o, addirittura, a insultarli. "Ci si sente come scimmie allo zoo", ha protestato una bagnante. Tenta la mediazione il sacerdote polacco Kazimierz Sajadeusz, il quale precisa che "da un punto di vista cattolico i nudisti sono dei peccatori, ma si deve tener conto dell'educazione più liberale dei tedeschi".


Un problema di difficile soluzione. Trovare il giusto compromesso fra le esigenze delle due parti in causa appare comunque estremamente complicato. Anche perché, come sottolinea sempre la Bild, neppure i cartelli con l'indicazione delle spiagge per nudisti impedirebbero le incursioni dei polacchi, rese possibili dall'inesistenza delle barriere di confine.

L'isola della discordia. Non è la prima volta che l'isola di Usedom si trova al centro dell'attenzione. Alcuni mesi fa era finita alla ribalta delle cronache in quanto destinazione di quella che doveva essere la prima tratta aerea esclusivamente dedicata ai nudisti. L'idea agitò troppe polemiche, e il primo volo fu annullato. Poco tempo dopo si tornò a parlare dell'isola, e stavolta anche in Italia, in quanto sede dei ritiri estivi di due squadre di calcio tedesche. Una di queste, il Wolfsburg, da quest'anno ha potuto infatti contare su due giocatori italiani, gli ex palermitani Andrea Barzagli e Christian Zaccardo. Non propriamente due superstar del pallone ma, comunque, possibili prede di paparazzi, semmai decidessero, anche loro, di raggiungere la spiaggia. Naturalmente "alla tedesca".

(26 luglio 2008)

http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/esteri/guerra-del-nudo/guerra-del-nudo/guerra-del-nudo.html

RIFLESSIONE SUI BAMBINI E IL NUDISMO

Chiusa la spiaggia nudista di Riva Trigoso
pubblicato: mercoledì 16 luglio 2008 da aelred in: Lesbo e altre catastrofi Cronaca
Attenti, voi che state organizzando un fine settimana di tintarella integrale. Per un po’ è il caso di evitare la spiaggia di Riva Trigoso (Genova), nota come luogo tranquillo di sole senza costume e, eventualmente, incontri.

La Capitaneria di porto, infatti, ha messo sotto sequestro l’area e l’ha recintata, in modo che non sia più raggiungibile. A quanto pare la decisione è arrivata dopo le denunce di alcuni genitori che non avevano voglia di badare ai loro figli e hanno scoperto che i pargoli, lasciati a sé stessi, si dilettavano a osservare i movimenti della spiaggia.

Meglio quindi che sia la forza pubblica a difendere i loro figli, vietando gli incontri a chiunque, anche in una spiaggia isolata e difficile da raggiungere, come Riva Trigoso. In ogni caso la Capitaneria ha deciso di intervenire in un giorno della settimana per evitare troppo clamore e la folla che nel weekend arriva in zona.



http://www.queerblog.it/post/3663/chiusa-la-spiaggia-nudista-di-riva-trigoso

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CENTRO ANTI-BLASFEMIA

RIFLESSIONE SUI BAMBINI E IL NUDISMO

Vediamo nell'articolo sopra che i bambini delle famiglie non nudiste vengono tutelati a non vedere i nudisti,

ma i bambini figli di nudisti chi li protegge, chi ha pietà di loro ?

Noi del Centro Anti-Blasfemia, solo il pensiero di essere bambini con genitori nudisti ci fa star male.

Vedere i propri genitori nudi ed osceni come i modelli della pornografia è traumatizzante lo dicono anche

i psico-pedagoghi.

Si parla di pedo-pornografia, se si analizza la situazione in cui si trovano i bambini dei nudisti è anche pedo-pornografia INCESTUOSA,

si vedono adulti e bambini nudi, che stando insieme si toccano, giocano scherzano, anche se i nudisti ed i naturisti

spiegano che il loro comportamnto è puro, chi ci può credere ?

http://groups.google.com:80/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it

BAMBINI AL MARE -CI SONO TANTI MOTIVI PER CUI NON DOVREBBERO STARE NUD

BAMBINI AL MARE -CI SONO TANTI MOTIVI PER CUI NON DOVREBBERO STARE NUDI



certo ci son tanti motivi per cui non dovrebbero stare nudi...

1) le dermatiti che possono prendersi al contatto con la sabbia - che come sappiamo non è pulita ma ricca di focolai di infezioni e di funghi -

2) eventuali infezioni vaginali son + rischiose se privi di tessuto che protegga le zone intime

3) i raggi solari appunto, son forti e pericolosi

4) ribadisco: esporre i genitali in pubblico, senza sapere che tipo di gente stia osservando la patatina di nostra figlia, è come dare miele alle api...lasciare una torta alla panna davanti ad un amante folle dei dolci forzato al diguno dalla dieta. perchè rischiare? certi pensieri è vero li hanno anche coi bambini vestiti...ma non è peggio mostrare loro ncosa si stanno perdendo controllando i loro impulsi?
sostengo che sia semrpe meglio coprire i genitali.

E' anche nelle migliori terapie psicologiche cognitiviste: evitare situazioni che favoriscano l'innesto di pensieri abusanti...

Se possiamo quindi dare una mano a non far ritrovare i nostri bambini tra le fauci dei cosiddetti orchi...è molto ma molto meglio!
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Odi et Amo. Quare id faciam fortasse requiris. Nescio, sed fieri, et excrucior.

Carpe Diem...prima che i tuoi desideri più grandi cedano il posto ai pensieri di una mente adulta che ha smesso di sognare!


http://community.girlpower.it/-vp1936566.html

LA SACRA BIBBIA CONDANNA IL NUDISMO

CENTRO ANTI-BLAFEMIA
LA SACRA BIBBIA CONDANNA IL NUDISMO

Analisi di Alessio Bianchi biblista e studioso del cristianesimo primitivo

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IL NUDO UMANO SPAVENTA E TERRORIZZA
Uno psichiatra ha scoperto che fra i nudisti c'è alta immoralità sessuale, adulteri, orge e perfino l'incesto.
Questo psichiatra è contrario al nudismo, sebbene non è religioso.Il nudismo dice rovina la famiglia e la società.

COSA INSEGNA LA SACRA BIBBIA SUL NUDISMO?
La Sacra Bibbia ci parla all'inizio di Adamo ed Eva nudi, un realtà che ormai non è più possibile.
Nella Sacra Bibbia, vediamo che anche prima delle leggi di Mosè il nudo è considerato molto peccaminoso.
GENESI: 9,20 " Ora Noè cominciò come agricoltore e piantava una vigna.Egli beveva del vino e s'inebriò, e quindi si scopri nel mezzo della sua tenda.
Più tardi Cam, vide la nudità di suo padre e andò a riferirlo fuori ai suoi fratelli. Allora Sem e Iafet presero un mantello e se lo misero su entrambe le spalle camminando all'indietro.
Così coprirono la nudità del loro padre, mentre le loro facce erano volte, e non videro la nudità del loro padre.
Vediamo che quando Noè si sveglio e venne asapere cosa era successo, e che Cam suo figlio minore lo aveva guardato mentre era nudo,
lo smaledì a divenire schiavo dei fratelli Sem e Iafet che non vollero vedere il padre nudo,ma umanamente lo coprirono ".
Venne Mosè, ricevette le leggi dal Signore, e in queste leggi il nudo viene punito con la morte.
LEVITICO: 18,6 " Non vi dovete avvicinare, nessun di voi, ad alcun suo stretto parente carnale per scoprirne la nudità. IO SONO IL SIGNORE DIO TUO.
Non devi scoprire la nudità di tuo padre, tua madre, della moglie di tuo padre, di tua sorella, di tua nipote, di tua zia, di tuo zio,della tua nuora,di tua cognata ".
(abbiamo abbreviato per essere più sintetici).
Poi nel Vecchio Testamento, ci sarebbero dei profeti che hanno avuto il comando dal Signore a stare nudi come dimostrazione, ma portavano almeno un perizoma.
IL NUOVO TESTAMENTO
Vediamo che Gesù è venuto non a distruggere i comandamenti di Mosè ma a completarli: V.MATTEO : 5,17.
Gesù,disse riguardo alle opere di carità; V.MATTEO: 25,36-"Ero nudo e mi copriste",non tanto per il feddo quanto per l'indecenza.Infatti Gesù ci ordina di stare sempre vestiti:
V.LUCA: 12,35"Siate sempre pronti,con i fianchi cinti e le lucerne accese...."
Vediamo che grande pudore regnava fra gli Apostoli, un giorno S.Pietro era in barca a pescare nel lago, era seminudo, ma prima di andare da Gesù, si vestì! V.GIOVANNI: 21,7.
Gesù condanna il nudismo; RIVELAZIONE: 3,18 "Ti consiglio di comprare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco,
vesti bianche per coprire e nascondere la vergognosa tua nudità.
RIVELAZIONE: 16,15 "Ecco,io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne".

Gli Ebrei al tempo di Gesù erano molto pudici, odiavano il nudismo, tanto che accadde che un soldato romano presso il Tempio si denudò mostrando un pò di sedere,
il popolo nel vederlo si infuriò tanto che ci fu un tumulto; storia riportata da Giuseppe Flavio.
Quindi come possiamo tollerare che la gente stia nuda e si vedano nudi anche tra famigliari?
Non dobbiamo seguire gli insegnamenti umani e le mode diaboliche, ma la Parola del Signore, la sola che ci porta la verità,la luce e la salvezza!


http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it

LA DONNA E LA MODA -LA NUDITA' E' PECCATO

LA DONNA E LA MODA -LA NUDITA' E' PECCATO

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio, ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore" (Mt.5,27-28).

Dice San Paolo: "O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Diom e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!" (1^Cor.6,19-20).

Oh donna, la moda ti ha svestita quasi del tutto, e non hai più vergogna! Sei convinta, anzi, di esserti aggiornata, di esserti liberata da certi “tabù” fastidiosi. In verità, tu hai semplicemente perduto il fascino più grande che possedevi: quello del pudore!
Rifletti un po’ seriamente…
- Tu affermi che, con le tue nudità, non fai nulla di male.
E perché, allora, i peccati e le violenze sessuali sono spaventosamente aumentati e i costumi morali sono scesi così in basso?
- Tu non hai, quasi mai, intenzione di peccare.
Malgrado questa tua intenzione di non voler peccare, resta il fatto che, con la tua nudità, provochi il maschio.
- Dicci di non essere obbligata a preoccuparti di quanto potrà pensare l’uomo.
Ma parli come Caino, al quale non interessava il bene di suo fratello! Tu sei, per natura, così generosa che non sopporteresti che un tuo simile muoia nell’indigenza. Strana pietà la tua! Avverte i bisogni fisici di un corpo e non avverte i bisogni, ben più importanti, dello spirito!
- Ma io voglio essere semplicemente elegante e moderna.
Ma tu non puoi, per essere elegante e moderna, mettere sotto i piedi la legge della tua Fede e il bene spirituale dei tuoi fratelli!
- Ma tutte sono così!…
E non ti accorgi, così dicendo e facendo, di avvilirti profondamente? Vuoi regolarti secondo quanto dicono e fanno gli altri, o secondo la tua coscienza e la legge della tua Fede? Sei così schiava dell’opinione pubblica da temere più un “risolino” ironico che il giudizio di Dio? Ci tieni tanto ad essere libera e indipendente, e ti adatti così pecorilmente ad una tirannia anonima e capricciosa, qual è la moda? E la chiami modernità e libertà la tua?
- Gli uomini si sono oramai abituati anche a certe nudità!…
Lo credi?… Ma anche se così fosse, non ti è lecito profanare il tuo corpo mettendolo in mostra! Ma io ti dico: non ti illudere!… a certe nudità non ci si abitua mai! Quelli che dicono di essersi abituati, molto probabilmente o sono degli… anormali o degli… ipocriti viziosi! Ricordati bene: i casti di corpo e di mente non si abitueranno mai! Le tue nudità, perciò, rischiano sempre di rovinare un fratello!
- Né dire che tu sei molto più modestamente vestita di tante altre…
E’ una illusione credersi a posto solo perché si è meno svestite… Anche quelle che hanno ridotto il vestito a uno straccetto, possono vantarsi di essere più coperte di altre!



Devi ritornare… donna! La donna è un prodigio di generosità, un tesoro di modestia e di pudore, un angelo di conforto. Ma la donna provocante mette in moto i sensi e gli istinti. Ti meravigli, poi, che il maschio ti consideri, spesso, solo femmina?
Torna ad essere donna e cristiana. Vestiti con dignità e modestia… Hai tutto da guadagnare! Sarai spiritualmente più libera e più forte. Sarai anche più apprezzata, più desiderata, più rispettata!


Guai ai genitori che danno scandalo e che permettono ai figli di dare scandalo in società! Guidate i figli con l’esempio e la parola, con la vigilanza e la preghiera, con l’amore e, talvolta, con la verga. La responsabilità maggiore della moda indecente pesa sopra di voi, o perché ne date il triste esempio, o perché la permettete senza rimorso, o perché siete troppo deboli nell’educazione della prole! Questi sono peccati di cui renderete conto alla Giustizia Divina!

“Fuggire le occasioni prossime di peccato”. State attente a non frequentare certi luoghi dove l’indecenza sembra legalizzata: come certe spiagge, discoteche, locali di ritrovo, ecc.

“Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1^Gv.5,19). L’opera diabolica penetra dappertutto. Satana gode nel vedere queste donne al suo servizio e già conta di averle nell’Inferno. La Divina Giustizia distrusse le città immorali di Sodoma e Gomorra.
O donne, siate modeste! Non rimanete come strumenti nelle mani di Satana! Operate affinché non si compiano castighi Divini per tali vanità.

“Nudità”. Questa parola indica solo la pelle non coperta, ma vale anche per coloro che indossano vestiti maschili, vestiti trasparenti, aderenti, o che comunque mettono in risalto le forme, le quali hanno effetti rovinosi peggiori dei minivestiti!


Aveva profetizzato la piccola veggente di Fatima, la beata Giacinta Marto, nel 1917: 'Verranno certe mode che offenderanno molto Nostro Signore. Le persone che servono Iddio non debbono seguire le mode. La Chiesa non ha mode. Nostro Signore è sempre lo stesso. I peccati che portano più anime all'Inferno sono i peccati impuri. Se gli uomini sapessero che cos'è l'eternità, come farebbero di tutto per cambiare vita!...'

“Desidero che voi tutti, miei carissimi figli spirituali, attacchiate con l’esempio e senza alcun rispetto umano una santa battaglia contro la moda indecente. Dio sarà con voi e vi salverà!… Le donne che cercano la vanità nelle vesti non possono sentirsi mai appartenere a Cristo, e codeste perdono ogni ornamento dell’anima non appena questo idolo entra nei loro cuori. Si guardino da ogni vanità nei loro vestimenti, perché il Signore permette la caduta di queste anime per tali vanità”.
(San Pio da Pietrelcina)

GRAZIA SU GRAZIA E’ UNA DONNA PUDICA, NON SI PUO’ VALUTARE IL PESO DI UN’ANIMA MODESTA (Sir. 26,15)

"Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati considerando la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti -; cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia. E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere" (1^Pt.3,1-7).


http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/la%20donna%20e%20la%20moda.html

venerdì 22 agosto 2008

PRENDERE IL SOLE AL SENO FA MALE

Prendere il sole in topless fa male alla pelle del seno?
Ovviamente sia chiaro che la mia domanda è giustificata da una ignoranza in materia... Nessuna malizia.
Vorrei solo sapere se la pelle del seno è più delicata rispetto alla pelle del resto del corpo e se quindi faccia male prendere il sole in topless.
Fa male alla pelle in quanto molto delicata e anche alla ghiandola mammaria...

il sole attiva i radicali liberi, responsabili dell'invecchiamento della pelle. un po' di sole fa bene perchè sintetizza la vitamina D ma senza una protezione solare adeguata e costante, la pelle sottoposta a lunghe esposizioni perde elasticità e morbidezza. quindi seno o no, la pelle è delicata e va rispettata altrimenti rughe e secchezza appariranno presto ed è irreversibile. se il tono della pelle del seno si distente, i seni si afflosciano

la pelle del seno soprattutto l'aoreola la parte attorno ai capezzoli è molto più delicata delle altre parti del corpo in quanto la meno esposta ai raggi solari e lì mi pare che vi siano meno melanociti (di questo però nn ne sono sicurissima)... quindi se vuoi prenderti il sole utilizza in quella zona maggiore protezione sopratutto in questa zona.
il sole fa male a tutta la pelle!
....credo che li in particolare ci sia una pelle più sensibile...io al mare e quando mi faccio le lampade mi do sempre una protezione più alta sul seno sul viso e sul collo......
....e protezione totale sui capezzoli!

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20070507063720AAbJ3aS

BAMBINI-NON DEVONO STARE NUDI IN SPIAGGIA

PROBLEMI SUL NUDISMO DEI BIMBI IN SPIAGGIA
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Ciao a tutti ragazzi e ragazze ^_^

Volevo affrontare questo nuovo argomento:

Secondo voi è bene o male, alla luce di tutti gli avvenimenti di pedofilia e di molestie sessuali sui minori ai quali abbiamo assistito negli ultimi anni, mostrare i genitali dei bambini in luoghi come la spiaggia?
E' pericoloso permettere ai bambini di giocare serenamente nudi in mezzo alla gente?
Potrebbero isitgare pensieri a sfondo pedofilo e sessuale nelle menti di chi guarda, in caso sia affetto da disturbi della sfera sessuale a sfondo pedofilo?
Me lo son sempre chiesta...e non vi nego che quando vedo bambini nudi in spiaggia temo sempre che possano innocentemente attirare a sè certe persone dalle intenzioni non troppo buone.
Secondo voi i genitori o chi si occupa dei bambini devono necessariamente fargli indossare il costune da bagno o è lecito lasciarli liberi in quanto innocenti e non ancora affetti dal pudore tipicamente adulto?
Mi interrogavo su questo e vorrei sentire cosa ne pensate...
Grazie a tutti coloro che posteranno ^_^
http://community.girlpower.it/bambini-nudi-spiaggia-preoccupante-per-gli-abusi-vt81246.html


Bambini nudi in spiaggia?
allora mi viene un nervoso vedere quelle madri che in spiaggia lasciano nudi i bambini!!! E li fanno sedere x terra sulla sabbia!!!! Ma nn capiscono k così si possono prendere infezioni?!? e poi tutti quei granuli di sabbia k ti possono entrare.......! K rabbia!!!!!
nn ho mai visto dll mamme far mettere il perizoma alle figlie (bambine) sconvolgente


Sono daccordissimo con te!!!E'davvero triste lasciare i bimbi nudi in spiaggia solo perche'non sono ancora sviluppatti e ignari del senso del pudore!!!
La sabbia e'la cosa piu'sporca ke esista...e'un party di germi!!!Cosa gli costa mettergli un costumino???
Ke Dio mi fulmini se in futuro faro'lo stesso con i miei figli!!!
Ciao!!!
concordo con quello che hai scritto, ed aggiungo inoltre che le spiagge sono il paese della cuccagna per i pedofili, dove possono fare tutte le foto e le riprese video che vogliono ai bambini più o meno vestiti.

Non è igienico, io credo che il costumino ai miei figli lo metterò sempre; magari il lato positivo è che il bambino sviluppa un buon rapporto con il proprio corpo, ma ribadisco che non è igienico...


io più che dei virus e della malattie che possono essere tranquillamente guariti..mi preoccuperei dei maiali schifosi che allungano l'occhio...

Si, lo noto sempre anch'io.
Devo dirti che la cosa mi fa proprio schifo!


Io sono daccordo più per una prevenzione contro la pedofilia che per le infezioni.
Ho letto da qualche parte, che le infezioni sono procurate più dal contatto con asciugamani o tessuti da spiaggia, che sono stati a contatto con persone soggette a patologie infettive, in particolare della pelle, che a contatto con la sabbia.
La sabbia infettata si trova nelle zone dell'Africa e Tropicali in genere.
Qui, possono esserci spiaggie infette solo nei pressi di scarichi fognari o su luoghi di ex zone industriali (vedi ex Italsider a Bagnoli quartiere di Napoli).
Il Mare invece, in molte delle nostre zone è inquinato da batteri fecali e da altri tipi molto pericolosi per la pelle e per i genitali, anche se l'acqua è limpida e trasparente,
Allora è li che bisogna che i bambini siano protetti col costume.
La cosa sconvolgente inammissibile, è anche far indossare a piccole bambine il costume a perizoma.
Le mamme in questione sono incoscienti

a me sinceramente fanno più schifo le babbione con le tette esposte che penzolano fino alle ginocchia...
o perizomi su sederoni carichi di cellulite.....

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20070820030354AAXkSFr

giovedì 21 febbraio 2008

LA PUNIZIONE DI SODOMA E GOMORRA

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

ARRIGO MUSCIO:I RAPPORTI OMOSESSUALI SONO DISONOREVOLI

A proposito di gay



“I rapporti omosessuali sono disonorevoli”



La Suprema Corte di Cassazione ha sentenziato, a sezioni unite, che i rapporti omosessuali sono disonorevoli “…….E’ da aggiungere che la tutela accordata dal primo comma riguarda non solo le dichiarazioni previste dall’art. 63 cpp ma anche tutte le altre dichiarazioni dalle quali potrebbero emergere fatti disonorevoli (un rapporto incestuoso; un rapporto omosessuale) per il testimone (richiesto ad esempio di indicare le ragioni per le quali era presente in un certo posto a una certa ora)….”.

Per leggere integralmente la sentenza N. 7208 ud. 29/11/2007 cliccare sul seguente link http://www.cortedicassazione.it/Notizie/GiurisprudenzaPenale/SezioniUnite/SchedaNews.asp?ID=1051





CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

CONSIDERAZIONI CIRCA I PROGETTI
DI RICONOSCIMENTO LEGALE
DELLE UNIONI
TRA PERSONE OMOSESSUALI



http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20030731_homosexual-unions_it.html



“Da un gran numero di ricerche risulta che l’infedeltà è la caratteristica principale dei rapporti omosessuali duraturi…..Questa è la morale della storia: non aspettatevi di trovare legami omosessuali monogamici, perché i rapporti occasionali fanno parte dello stile gay” – Joseph Nicolosi[1]

“Personalmente, non credo che lo stile di vita omosessuale sia effettivamente sano, né che l’identità omosessuale possa mai essere completamente in sintonia con il vero io” – Joseph Nicolosi[2]

Per comprendere la strategia dei gay tesa ad ottenere la “normalizzazione” del loro status suggeriamo la lettura degli articoli:

a) “After the ball” del dott. Marchesini (psicoterapeuta);

b) La terapia riparativa dell’omosessualità (Colloquio con Gerard J.M. van den Aardweg).



Il quotidiano "Il Giornale" di martedì 8 dicembre 1998 riportava, a pag. 11, le polemiche inerenti ad una frase pronunciata dall’arcivescovo di Firenze, cardinale Silvano Piovanelli. In base a quanto riferito dal giornale il cardinale Piovanelli avrebbe affermato: "Se un comune decide di assegnare le case anche alle unioni fra omosessuali non ho difficoltà. Anzi si potrebbe dire che preferisco dare una casa a due omosessuali piuttosto che ad un single". Sempre nel medesimo articolo venivano riportati alcuni pareri di altri vescovi, come quello di Mons. Grillo, vescovo di Civitavecchia, (tra le cui mani ha pianto lacrime di sangue la statuetta della Madonna di Medjugorje, chiaro segno che non è certo contenta dei peccati del mondo.....e di alcuni moderni successori degli apostoli) che ha dichiarato: "Non conosco nel dettaglio quello che ha detto il cardinale Piovanelli, ma lo stimo e so che è un uomo di santa vita. Con le sue parole non ha voluto certamente benedire le unioni omosessuali, ma probabilmente fare un atto di comprensione. La chiesa è contraria al riconoscimento delle famiglie di fatto, penso che Piovanelli intendesse dire che anche gli omosessuali hanno bisogno di attenzione e non devono essere perseguitati......". Altri vescovi hanno difeso il cardinale Piovanelli con varie argomentazioni riportate dall’articolo in oggetto, alla cui integrale lettura rimandiamo gli interessati. Solamente padre Velasio De Paolis, esperto canonista, ha inquadrato con chiarezza il problema: "In linea generale un conto è l’intenzione di aiutare delle persone bisognose, un altro è il significato intrinseco dell’atto che si compie. Nel caso concreto assegnare alle coppie gay alloggi che la legge prevede debbano essere dati alle famiglie indigenti significa equipararle a queste ultime. E questa equiparazione non è accettabile per i cattolici".

Ciò premesso riteniamo di fondamentale importanza, per evitare confusione e sconcerto tra i cattolici, riportare "l’opinione di Dio" (della quale sembrano disinteressarsi in molti, anche all’interno della chiesa!) riguardo al problema omosessuale. L’unico parere che conta dato che tutti, credenti ed atei, saremo giudicati da Lui. E l’opinione del Signore la troviamo nella Sacra Scrittura che il magistero della Chiesa da duemila anni ci invita ad accogliere come Parola eterna di Dio.

Nell'antico testamento Dio prescrive:

"Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro" (Lv 20,13).

“Non avrai con un maschio relazioni come si hanno con una donna: è abominio” (Lv. 18,22)

E la vicenda di Sodoma e Gomorra (Gen. 18,16 seg.) è conosciuta da tutto il mondo "…Condannò alla distruzione le città di Sodoma e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente. Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati. Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali ignominie…" (2 Pt. 2,6 seg.) - "…Così Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno…" (Gd. 7)

Nel Nuovo Testamento lo Spirito Santo è altrettanto chiaro: "...Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento.....E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa." (Rm 1, 26/32) - "...Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio" (1 Cor. 6,9/10) - "…La legge non è fatta per il giusto, ma per i non giusti e riottosi, per gli empi e di peccatori, per gli scellerati e i profani, per i parricidi e matricidi e omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti[3], per i ladri d'uomini, i bugiardi, gli spergiuri…"(1 Tm. 1,9).

La condanna dei Padri e dei Dottori della Chiesa:

"I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand'anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di se stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra Dio e noi a venir violata" (Sant'Agostino, Confessioni, c.III, p.8)

"Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo versata su Sodomia dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l'onta di quel crimine. Perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde. Era quindi giusto che i Sodomiti, ardendo di desideri perversi originati dal fetore della carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinchè dal giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un desiderio perverso" (San Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe, XIV, 23, vol. II, pag. 371)

"Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi. Esso infatti, uccide il corpo, rovina l'anima, contamina la carne, estingue la luce dell'intelletto, caccia lo Spirito Santo dal tempio dell'anima" (San Pier Damiani - dottore della chiesa e grande riformatore dell'Ordine Benedettino - Liber Gomorrhanus, in Patrologia latina, vol. 145, coll. 159-190)

"Nei peccati contro natura in cui viene violato l'ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della natura" (S. Tommaso d'Aquino, Summa Teologica, II-II, q. 154, a. 12)

"…Commettendo il maledetto peccato contro natura, quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono…" (S. Caterina da Siena, Dialogo della Divina Provvidenza, cap. 124)

"Più pena sente uno che sia vissuto con questo vizio de la sodomia che un altro, perocchè questo è maggior peccato che sia". (San Bernardino da Siena, Predica XXXIX in: Prediche volgari, p. 915)

"…Di questa turpitudine mai abbastanza esecrata sono schiavi coloro che non si vergognano di violare la legge divina e naturale". (San Pietro Canisio - dottore della Chiesa- Summa Doctrina Christianae, III a/b, p. 455)

La condanna dei papi:

"…L'esecrabile vizio libidinoso contro natura; colpe per le quali i popoli e le nazioni vengono flagellati da Dio, a giusta condanna, con sciagure, guerre, fame e pestilenze…" (San Pio V, Costituzione Cum Primum, del 1 aprile 1566, in Bullarium Romanum, t. IV, c. II, pp. 284-286)

"…Il peccato contro natura grida vendetta al cospetto di Dio.." (San Pio X - Catechismo, N. 966)

"Inseguendo l'esistenza di atti intrinsecamente cattivi, la Chiesa accoglie la dottrina della Sacra Scrittura. L'apostolo Paolo afferma in modo categorico: - Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio, 1 Cor. 6,9-10" (Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor, cap. 81)



Leggendo la Sacra Scrittura impariamo dall’unico Dio e giusto giudice che com’è vero che il Signore perdona qualunque peccato a chi, con sincero pentimento, gli chiede il perdono è altrettanto vero che giudicherà secondo la Sua Parola (e non secondo quella degli uomini, anche se appartenenti alle gerarchie della Chiesa!) quanti si ostinano nel peccato. A tale proposito riporto l'opinione della Dott.ssa Patrizia Stella (dottore in pedagogia del comportamento) come risulta da una sua lettera pubblicata sulla rivista Teologica, N. 20 - marzo/aprile 1999, indirizzata alle autorità religiose e civili ed alle riviste, alla cui lettura integrale rimando quanto interessati.

"….In secondo luogo significa negare alla persona la capacità di superare questo problema, in quanto è stato più volte confermato dagli studiosi che questo comportamento non è irreversibile né congenito, tranne casi rarissimi, ma frutto di cattive abitudini, o di esperienze negative, o di reazioni davanti all'aggressività di certi comportamenti femminili; situazioni comunque, dalle quali si può uscire. Prova ne sia che nel mondo animale esistono malformazioni congenite di vario genere, ma non si è mai verificato il caso di attrazioni ed unioni omosessuali tra bestie, ciò vuol dire che è una devianza che riguarda l'uomo non tanto nella sfera genetica, difficilmente modificabile, quanto piuttosto in quella educativa e psicologica, soggetta quindi all'influsso della volontà. Significa inoltre non aver capito il ruolo della chiesa e del cristiano, che non è solo quello di alleviare pietosamente le ferite lasciando "l'ammalato" nella sua cancrena, bensì è quello di avere "dell'ammalato" una stima ed una fiducia tali da saper usare anche il bisturi pur di farlo guarire. Compito della chiesa e del cristiano è quello di ricordare che c'è la grazia di Dio che aiuta a vivere i comandamenti, e che senza la sua grazia è difficile vivere non solo la castità, ma qualunque altra virtù, che la violazione costante dei Comandamenti di Dio comporta sempre il rischio di autodistruggersi nella vita terrena e di mettere in pericolo la salvezza eterna, e che infine, dà molta più gioia e gratificazione una vita casta anche se talvolta esige sacrificio e lotta, che una vita di disordine sessuale, qualunque esso sia, etero o omosessuale…."

Nei confronti poi di coloro che predicano le loro "opinioni", anziché la Parola di Dio, lo Spirito Santo è altrettanto chiaro: "Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema!..." (Gal. 1,8 seg.)

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Ø Le adozioni gay

Per conoscere più approfonditamente le ragioni di un'immutabile condanna dell'omosessualità da parte del Magistero della Chiesa si consiglia la lettura del dossier:

"Chiesa e omosessualità - Le ragioni di un'immutabile condanna", ed. Centro Culturale Lepanto http://members.tripod.com/lepanto/

Ø Omosessualità: si può uscirne

Ø L’identità sessuale maschile: un incontro con Joseph Nicolosi, presidente NARTH

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[1] Omosessualità maschile: un nuovo approccio – di Joseph Nicolosi, ed. Sugarco, pag. 88-89. Nicolosi è cofondatore e attuale direttore dell’Associazione nazionale per la ricerca e la terapia dell’omosessualità (NARTH), membro dell’associazione psicologica americana, conferenziere di fama mondiale, è autore di numerosi libri e articoli scientifici. Esercita a Encino, California



[2] Omosessualità maschile: un nuovo approccio – di Joseph Nicolosi, ed. Sugarco, pag 22. cofondatore e attuale direttore dell’Associazione nazionale per la ricerca e la terapia dell’omosessualità (NARTH), membro dell’associazione psicologica americana, conferenziere di fama mondiale, è autore di numerosi libri e articoli scientifici. Esercita a Encino, California

[3] La Sacra Bibbia, Giuseppe Ricciotti, Ed. Salani, con Imprimatur